AGI - Diventare una leggenda del cinema per un solo film che neppure riesci a finire perché vieni ucciso sul set per uno stupido errore. E' questo il destino beffardo e folle che il fato ha scritto per Brandon Lee, figlio del più grande interprete di arti marziali e di film di kung fu della storia, Bruce Lee, ucciso il 31 marzo di trent'anni fa da un proiettile vero sparato da una pistola che doveva essere caricata a salve in una delle scene finali di 'Il Corvo' di Alex Proyas.
Le indagini, finché furono portate avanti, dimostrarono quanto l'evento fosse dovuto a una sfortunata circostanza non imputabile a nessuno (e nessuno fu imputato visto che gli eredi dell'attore accettarono un risarcimento extragiudiziale milionario per ritirare la denuncia).
Il tragico incidente
Secondo i produttori per una scena di un primo piano del tamburo della pistola furono inseriti proiettili veri a cui erano state tolte innesco e polvere da sparo.
Per errore uno dei proiettili non venne però privato dell'innesco e il revolver venne lasciato carico anche dopo la scena. Quando il grilletto della pistola fu successivamente premuto, l'innesco rimasto ebbe abbastanza forza da spingere comunque l'ogiva fino a metà canna, inceppando l'arma.
Al momento della scena fatale, la pistola venne caricata con proiettili a salve (munizioni fornite di polvere da sparo ma prive di ogiva, in modo da emettere il suono dello sparo senza però che avvenga effettivamente lo sparo) ma quando venne esploso il colpo l'ogiva precedentemente incastrata nella canna venne sparata allo stomaco di Brandon.
L'attore, allora 28enne, fu ricoverato d'urgenza al "New Hanover Regional Medical Center" di Wilmington (Carolina del Nord), dove morì dopo una vana operazione di circa 12 ore. Mancavano otto giorni alla fine delle riprese del film che lo vedeva protagonista, 'Il corvo' di Alex Proyas, basato sul fumetto omonimo di James O'Barr. Lee aveva completato quasi tutte le battute e lo staff decise di lasciare alla fine le scene dei flashback di Eric e la fidanzata Shelly, in modo che l'attore completasse il film senza il make up.
Per ovviare alla morte del protagonista, le scene incomplete che dovevano essere interpretate da Brandon vennero gestite riscrivendo la sceneggiatura, ma anche grazie alle controfigure e un parziale riutilizzo del "girato" unito a tecniche di computer grafica.
Il film fu un grande successo - soprattutto tra i fan del fumetto e tra gli appassionati del genere gothic noir (da notare che la particolare atmosfera del film è stata ben sottolineata da brani punk, metal e gothic) - e incassò 170 milioni di dollari, oltre a rendere Brandon Lee una figura di culto. Distribuito dalla Miramax il 13 maggio 1994 negli Usa, il film debuttò al vertice del botteghino e divenne un film di culto, dando origine a un franchise che include tre sequel (stroncati dalla critica) e una serie televisiva.
Il fumetto
Il film è basato sul fumetto di James O'Barr 'Il corvo', e racconta la storia di Eric Draven, un musicista rock classico la cui anima, inquieta e tormentata, torna per vendicare la propria morte, insieme allo stupro e all'omicidio della sua fidanzata Shelly Webster. Come il personaggio di Eric Draven, ucciso poco prima di sposarsi con la sua amata Shelly, anche Brandon Lee, morto per un incredibile incidente sul set, doveva convolare a nozze con la fidanzata Eliza Hutton il 17 aprile in Messico dopo aver terminato le riprese del film.
Malgrado fosse giovane e non avesse interpretato grandi film di successo - sei pellicole in tutto di cui una per la tv e un paio di serie televisive - ai suoi funerali parteciparono più di quattrocento persone tra cui grandi attori come David Carradine, Steven Seagal, David Hasselhoff, Chuck Norris, Kiefer Sutherland, James Coburn, Dolph Lundgren, Dan Inosanto, John Lee Hancock e Don Wilson. La salma venne inumata presso il Lake View Cemetery di Seattle, accanto a quella del padre Bruce Lee, morto quando Brandon aveva otto anni.