AGI - Forse è un po' forte parlare di '8 1/2' di Gabriele Salvatores, anche perchè il personaggio di Leo Bernardi (Toni Servillo), affermato e acclamato regista alla fine della sua carriera, che non ha alcuna intenzione di accettare il suo lento declino protagonista di 'Il ritorno di Casanova', non assomiglia lontanamente a quello di Guido Anselmi interpretato da Marcello Mastroianni. Eppure la suggestione è forte e sicuramente ha influenzato non poco la vita e la genesi di questo film del regista Premio Oscar per 'Mediterraneo', il suo 21esimo (se si esclude l'opera collettiva 'Fuori era Primavera' durante il lockdown del 2020 da lui curata), scritto dallo stesso regista con Umberto Contarello e Sara Mosetti. Il film, interpretato oltre che da Servillo, da Fabrizio Bentivoglio, Sara Serraiocco, Natalino Balasso, Bianca Panconi, Antonio Catania, Elio De Capitani e il duo Ale & Franz (Alessandro Besentini e Francesco Villa) stavolta diviso, esce in sala per 01 Distribution il 30 marzo.
Da Fellini a Schnitzler
Se in '8 1/2' Fellini parla di crisi di creatività (e poi realizza il capolavoro della creatività della storia del cinema), Salvatores parla di crisi di mezza età (e un po' oltre). Per la sua ultima opera, l'acclamato regista Leo Bernardi ha scelto di raccontare il Casanova di una novella di Arthur Schnitzler, un personaggio incredibilmente simile a lui, più di quanto lui stesso possa immaginare. Quello dello scrittore austriaco è un Casanova che ha ormai superato la sua gioventù, i tempi di gloria sono andati: non ha più il suo fascino e il suo potere sulle donne, non ha più un soldo in tasca, non ha più voglia di girare l'Europa. Dopo anni di esilio, ha un solo obiettivo: tornare a Venezia, casa sua.
Nel suo viaggio verso casa, l'anziano seduttore conosce una ragazza, Marcolina (Bianca Panconi), che riaccende una fame di conquista che non sentiva da anni. Nel tentativo di sedurla, Casanova arriverà alla più tragica delle conclusioni: è diventato vecchio. Non è un caso se Leo Bernardi abbia deciso di raccontare questa storia proprio adesso, in un momento cruciale della sua vita e della sua carriera. Le inquietudini e i dubbi dei due sono incredibilmente simili. è più importante il cinema o la vita? Dopo aver incontrato una bella e intrigante contadina (Sara Serraiocco), dovrà decidere se continuare a recitare il proprio personaggio e la propria esistenza di acclamato regista o lasciarsi andare alle sorprese che la vita gli propone.
Due alter ego per il regista
In 'Il ritorno di Casanova' - altra differenza sostanziale con Fellini - Salvatores non ha uno, bensì due alter ego: il regista impersonato da Servillo e Casanova, interpretato da Fabrizio Bentivoglio, ruolo in cui resterà imprigionato fino alla fine, quando l'attore si presenterà davanti al regista in una sketch tra il comico e il surreale. Qui Bentivoglio - come ha dichiarato al Bifest di Bari - torna a indossare i panni di uno dei personaggi a cui forse è più legato, l'attore Federico Lolli protagonista di 'Turnè', film che girò con Salvatores nel 1990. E il tema del tempo che passa, della necessità di rapportarsi con l'età, con la vita che vuole entrare come fosse acqua nelle crepe che i dubbi esistenziali provocano nella mente dell'acclamato regista, è quello che rende 'Il ritorno di Casanova' forse uno dei film più personali di Salvatores.
Sdoppiandosi nei due personaggi del regista e nell'attore che indossa i panni del seduttore anziano che non si rassegna al passare del tempo, utilizzando non a caso un racconto di uno degli autori che ha elevato la ricerca psicanalitica al rango di alta letteratura, Salvatores esprime - e forse risolve - un disagio personale. E, come era accaduto a Fellini, attraverso la realizzazione del film supera di slancio la crisi. E il film ne giova di sicuro. Non è un capolavoro assoluto come '8 1/2', ma 'Il ritorno di Casanova' rappresenta di sicuro la rinascita artistica di Salvatores.