AGI - È stato presentato a Cannes 'Top Gun: Maverick' con Tom Cruise. Il film che riprende la storia di di Pete 'Maverick' Mitchell interrotta nel 1986. Realizzare un sequel dopo trentasei anni con lo stesso protagonista non era mai stato tentato nella storia del cinema (per il sequel di "Star Wars" si sono aspettati 38 anni, ma i protagonisti di allora compaiono in ruoli secondari se non i camei). Lo ha fatto Tom Cruise che ha prodotto e interpretato "Top Gun: Maverick", seguito del film del 1986 in cui torna a vestire i panni del più bravo pilota di caccia Usa chiamato ad addestrare le nuove leve in vista di una missione impossibile.
In quanto tale, però, inevitabilmente il maestro (che resta tale anche a 60 anni) dovrà scendere in campo, anzi salire sul caccia, per guidare i giovani e salvare gli Usa da uno 'stato canaglia'.
Fare un sequel tre decenni dopo era un po' un grosso rischio. Ma il risultato è eccellente: il film è scritto benissimo (come forse solo gli americani sanno fare) da Ehren Kruger, Christopher McQuarrie ed Eric Warren Singer e la figura dell'ex ragazzo prodigio di 'Top Gun' mantiene il suo incredibile fascino anche dopo tanti anni e interpretando un uomo maturo che non ha preso il senso dell'avventura, la capacità di guidare come nessuno sa fare (neppure i giovani che deve addestrare) e nel frattempo ha acquistato umanità, romanticismo e ha maturato un senso di amicizia che va oltre quella dei commilitoni.
Che il film, in sala in Italia il 25 maggio e due giorni dopo negli Usa, sia tutto incentrato su Tom Cruise lo si capisci fin dal titolo che, stravolta, non ammette altri possibili protagonisti: "Top Gun: Maverick", mettendo il soprannome del pilota interpretato da Tom Cruise accanto a quello che identifica i migliori piloti del cult-movie del 1986.
Cruise-Maverick è un eroe d'altri tempi che viene messo a confronto con una nuova generazione di giovani superpiloti statunitensi. Con Miles Teller ("Whiplash") nel ruolo del figlio di "Goose", l'ex compagno di squadra di "Maverick" e personaggio morto nel primo episodio.
Le scene iniziali ricordano il film di Philip Kaufman del 1983 "The Right Stuff" (La stoffa degli eroi), con Cruise che segue le orme del protagonista del film scritto da Sam Shepard nei panni di un pilota collaudatore dalla testa calda. Con una prima prova di coraggio.
"Ho sempre saputo che era così che volevo aprire il film, fin dall'inizio, per lasciare che il pubblico pensasse 'otterrete quello che volete, fidatevi di me'", ha recentemente dichiarato Cruise negli Stati Uniti. Ed Harris, che ha recitato in "The Stuff of Heroes", appare anche in questo sequel di "Top Gun" nel ruolo di un alto ufficiale che pensa che i droni siano il futuro e i piloti rappresentino il passato.
Il vecchio ufficiale vorrebbe licenziare Cruise, invece è obbligato da "Iceman" (Val Kilmer, altro protagonista del primo film, qui in un cameo eccezionale visto che un tumore alla gola gli impedisce di recitare), diventato ammiraglio, permetterà a "Maverick" di tornare al centro di addestramento dove tutto è cominciato.
Questa restituzione del favore sembra un'eco della loro vita reale. "Nel primo, ho lottato molto per farlo entrare nel film, perché Val è un grande attore, volevo che interpretasse questo personaggio", ha raccontato Cruise alla stampa americana. Il cancro alla gola che Kilmer ha avuto nella sua vita reale è integrato nella narrazione del film. Anche in questo caso, l'invecchiamento dei protagonisti non è nascosto, anche se Cruise è ancora valorizzato.
I personaggi femminili sono ancora secondari rispetto ai ruoli maschili, ma questo sequel volta pagina rispetto al primo "Top Gun" diretto da Tony Scott, un grande successo nel 1986 ma una collezione di simboli machisti di un'America sotto Ronald Reagan. Nel corso degli anni, questo film è diventato un cult con i suoi cliché delle produzioni appariscenti degli anni '80: la moto di Cruise, la sua rivalità/amicizia con Kilmer, la camicia bianca di Kelly McGillis sotto la giacca di pelle. Senza dimenticare la hit della band berlinese "Take my breath away", prodotta dal genio di Giorgio Moroder.