AGI - "Sono amareggiato, triste. Una grande donna e attrice straordinaria, una professionista determinata. Rigorosa. L'unica a competere alla pari con attori del calibro di Vittorio Gassmann, Ugo Tognazzi, Alberto Sordi. Loro quattro rappresentano un'epoca. E lei teneva perfettamente testa ai colleghi maschi".
A parlare con l'AGI è Ricky Tognazzi, attore, regista, figlio di Ugo, che con Monica Vitti ha lavorato molte volte. "Ma anche io ho avuto questa possibilità. Ho lavorato con lei e mio padre - racconta - in un film che si chiamava 'Scusa se è poco' e poi sono stato coinvolto in un suo progretto, 'Passione mia', dedicato al cinema".
Com'era Monica Vitti? "Era una donna appassionata, piena di allegria. Caparbia e tenace nelle sue scelte e nelle cose che faceva. Quando voleva una cosa - ricorda Tognazzi - combatteva fino alla fine per averla. Con mio padre hanno fatto film insieme, ricordo la 'Supertestimone' e quel grande successo che fu 'L'anatra all'arancia'".
Una sua erede? "Eh - prosegue il regista - anche Paola Cortellesi, che è straordinaria ma ci sono tante attrici brave. Solo che quando si parla di Monica Vitti, si fa riferimento a una generazione di pezzi unici, dei verie propri 'solitari' alla cui altezza è difficile arrivare: penso a mio padre, a Vittorio Gassmann, ad Alberto Sordi, Nino Manfredi e quindi, a lei. Attori, pezzi unici appunto, che hanno rappresentato qualcosa di straordinario per il cinema italiano".
Qualcuno l'ha anche definita come una delle prime attrici 'femministe': "Mah - proprio questo non lo direi. Dico però che ha fatto scelte molto indipendenti. Ha scelto e fatto pochi film e tutti di qualità. Ha iniziato a venti anni e smesso abbastanza presto per un'attrice del suo calibro complice la malattia e il suo rigore. Più che una femminista che probabilmente era, dico che era l'unica in quel gruppo ad essere assolutamente alla pari con Tognazzi, Sordi e tutti gli altri. Devo citare anche Mariangela Melato, poi pari allo stesso modo. Monica Vitti - spiega ancora Ricky Tognazzi - aveva imposto la sua femminilità raccontando temi scottanti, storie dove le donne erano protagoniste e questo negli anni sessanta non era facile".
L'hanno definita la musa di Antonioni: "Sicuramente - aggiunge il regista - ma non solo di Antonioni, anche di Monicelli, e tanti altri. Era la compagna di lavoro storica di Alberto Sordi. Che io ricordi, non ha mai fatto un carosello, mai ceduto alle sirene della pubblicità. E questo la dice lunga. Avrebbe avuto tante occasioni ma come ho già detto, era donna di molto rigore. È stata anche talent scout, in 'Passione mia' hanno debuttato registi come la Archibugi per esempio".
Ma un pensiero particolare, Ricky Tognazzi lo rivolge a Roberto Russo, il marito di Monica Vitti: "Un amore straordinario, commovente. Roberto le è stato vicino fino alla fine. Sempre presente, con una ammirazone totale. Il loro era un amore unico. Sono cresciuti insieme. Se ne è andata oggi, era assente dalle scene da più di venti anni e lui non si è mai allontanato. Sì - conclude - il mio pensiero particolare va a lui, a Roberto e al loro grande amore, commovente davvero" .