AGI - "Piaccio a chi sta 'impicciato' come me. Mai dirò nella vita che piacerò a tutti ma posso dire che il minimo comun denominatore per chi entra in sintonia con la roba mia è di stare un po' 'impicciato', nel senso di chi ha vissuto quel senso di inadeguatezza, insicurezza, che ti accompagna da quando sei piccolo fino a 90 anni".
Così Zerocalcare si racconta nel corso dell'incontro con la stampa all'Auditorium Parco della musica in occasione dell'anteprima della serie animata, da lui realizzata, presentata questa mattina alla Festa della musica di Roma. Un serie - titolo 'Strappare lungo i bordi' - che va dalla comunicazione 'virtuale' social in voga tra i giovani al ruolo della mamma e delle donne, raccontando in modo divertente e irriverente gli stereotipi tipici italiani, vedi l'approccio 'piagnone' maschile. Ma senza tralasciare mai il contesto sociale-politico, con episodi cruciali della storia italiana recente come il G8 di Genova o le stragi mafiose del '92.
C'è tutto questo e molto di più nella nuova serie di Zerocalcare (pseudonimo di Michele Rech) che andrà in onda su Netflix dal 17 novembre. I primi 2 episodi presentati alla Festa del cinema - durata complessiva poco più di 30 minuti - vedono Zerocalcare protagonista, fumetto disegnato con il tratto di penna che lo caratterizza e la sua voce narrante.
Voce che 'doppia' non solo il suo personaggio ma anche quello di tutti gli altri: "So' le vocette sceme che si fanno a scuola per imitare le persone" spiega nella conferenza stampa in sala Petrassi all'Auditorium. Unica eccezione, la sua coscienza, l'Armadillo, un classico del mondo fumettista di Zerocalcare: qui la voce è quella di Valerio Mastandrea, caratterizzato dal romanesco e dal cinismo tranchant.
"Valerio incarna l'armadillo da prima dell'idea del doppiaggio - sottolinea Zerocalcare, maglietta a maniche corte, pantaloni sportivi e scarpe da ginnastica che lo rendono ancora più 'ragazzino' dei suoi 37 anni - era naturale che fosse lui, quando l'ho sentito ho pensato che era perfettissimo, dava un surplus al tutto".
La serie racconta con flashback e aneddoti le vicende di Sarah e Secco. Parte dall'infanzia di Zerocalcare tra educazione sentimentale e prime cotte, tra confidenze intime sui social e 'mutismo' nelle relazioni dal vivo, la scuola e le aspettative. E poi, c'è un'analisi della società che vede la mamma come punto fermo che risolve ogni problema, con le diversità uomo/donna evidenziate da un racconto esilarante sulla differenza che esiste anche nell'approcciarsi a un bagno pubblico.
E su questo il fumettista racconta un aneddoto che coinvolge Ilaria Castiglioni, della produzione, anche lei sul palco per la presentazione della serie: "Io mi ero limitato a raccontare dei cessi al maschile, ma poi mi hanno detto che mancava il punto di vista per i bagni al femminile e sono andato a chiedere alle donne e ho scoperto un mondo divertente e avventuroso".
Nella serie ci sono le parolacce, "ma mai omofobe o sessiste" tiene a precisare Zerocalcare. "A me - racconta - è stata data un libertà più o meno totale, naturalmente io ho attenzione per ciò che dico, ma questo lo faccio anche per le mie strisce, anche se qui capisco che la platea è più ampia".
Le storie raccontate sono intrise di romanità, come faranno ad arrivare a un pubblico che va oltre Roma e l'Italia, considerando che Netflix si rivolge a 190 paesi? Risponde la Castiglione, della produzione: "Noi come Netflix Italia vogliamo raccontare una storia al pubblico italiano. Poi, abbiamo dei bravissimi traduttori che stanno doppiando la serie".
Impresa non semplice considerando lo slang tipico del romanesco e dei giovani. Nella creazione delle sue storie, viene prima l'ironia o la denuncia? Il processo creativo, Zerocalcare lo racconta cosi': "Io sono un piagnone, un tristone, e intorno ci costruisco con l'ironia e l'impalcatura dell'autoironia. Quindi il nucleo è triste e l'impalcatura divertente".
Molto attento anche sulla scelta musicale che, racconta ancora il fumettista, "è quella dei boomer. La colonna sonora va da Billy Idol a Tiziano Ferro e Manu Chao" fino a Ron "canzone struggente perfetta, trovata dopo 2 settimane, per sostituire una canzone che un cantautore non ci ha voluto concedere".
Zerocalcare confessa di avere in testa l'idea di raccontare con un cartone animato già "da qualche tempo perche' - sostiene - la gente legge meno i fumetti, e io tra l'altro sono molto verboso, e vede con più facilità i cartoni che hanno un linguaggio diverso, più accessibile. Sono molto contento - conclude - del risultato" che "non snatura me stesso" e "c'è stato un bel lavoro collettivo".
Questa è stata una prima esperienza, "con la quale ho preso le misure", poi ci saranno altri progetti. Si pensa già a una seconda serie? Alla domanda i produttori preferiscono non rispondere e si limitano a sorridere. All'Auditorium in mostra anche le tavole più celebri di Zerocalcare, inclusa 'La profezia dell'armadillo'.