AGI - 'Notturno' di Gianfranco Rosi è il film che rappresenterà l’Italia alla 93ma edizione degli Academy Awards nella selezione per la categoria “International Feature Film Award”. Lo ha scelto, tra 25 candidati, la Commissione di selezione per il film italiano da designare agli Oscar, istituita dall’Anica lo scorso luglio su incarico dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, riunita davanti a un notaio e composta da Nicola Borrelli, Simone Gattoni, Paolo Genovese, Carlo Poggioli, Cristina Priarone, Gloria Satta, Baba Richerme. 'Notturno' concorrerà per la shortlist che includerà i dieci film internazionali selezionati dall’Academy e che sarà resa nota il 9 febbraio 2021. L’annuncio delle nomination (la cinquina dei film nominati per concorrere al premio) è previsto per il 15 marzo 2021 mentre la cerimonia di consegna degli Oscar si terrà a Los Angeles il 25 aprile 2021.
Rosi: racconto la quotidianità dietro la tragedia
"Per me era importante trovare delle storie che avessero la quotidianità all'interno di questi confini che sempre vacillano tra la vita e la morte. L'idea iniziale era quella di distruggere questi confini, di non dare una dimensione geografica ma che tutto diventasse una dimensione mentale, un luogo mentale". Così lo scorso 8 settembre in conferenza stampa alla Mostra del Cinema di Venezia Gianfranco Rosi spiegava l'essenza del suo ultimo film, 'Notturno'. Ora l'Anica lo ha scelto per rappresentare l'Italia agli Oscar come miglior film straniero. Ed è la seconda volta, dopo 'Fuocoammare' nel 2017 (che non entrò in nomination come lungometraggio ma fu nella cinquina dei canditati per miglior documentario), per un docufilm di Rosi.
Girato nel corso di tre anni in Medio Oriente sui confini fra Iraq, Kurdistan, Siria e Libano, 'Notturno' racconta la quotidianità che sta dietro la tragedia continua di guerre civili, dittature feroci, invasioni e ingerenze straniere, sino all’apocalisse omicida dell’Isis. Storie diverse, alle quali la narrazione conferisce un’unità che va al di là delle divisioni geografiche. Tutt’intorno, e dentro le coscienze, segni di violenza e distruzione: ma in primo piano è l’umanità che si ridesta ogni giorno da un 'Notturno' che pare infinito. La regia, fotografia e suono sono di Gianfranco Rosi, il montaggio di Jacopo Quadri, con la collaborazione di Fabrizio Federico.
Rosi: in 'Notturno' trasformo il reale in metafora
"Io baso sempre il mio lavoro su tre elementi - ha spiegato il regista a Venezia - uno è la trasformazione della realtà in qualcos'altro usando il linguaggio del cinema in maniera molto rigorosa, avendo davanti l'autorità del documentario, del reale. Però questo reale non basta filmarlo e osservarlo: bisogna trasformarlo in qualcos'altro. E quindi deve diventare metafora, deve diventare altro per assumere poi una dimensione universale. In questo film ho lavorato molto in sottrazione: ho capito che dovevo andare nella sintesi delle storie, l'essenzialità".
Per fare questo il regista ha fatto una grande opera di montaggio. "La sfida grande - ha spiegato ancora - è stata di trovare il punto in cui lasci una storia e ne agganci un'altra, facendo in modo che allo spettatore non manchi qualcosa . Come in una composizione musicale in cui il silenzio è, come nel mio film, fondamentale".
Per girare 'Notturno' Rosi ha passato tre anni in Medio Oriente dove, ha assicurato, è andato dopo essersi preparato, ma si è accorto subito che quello che credeva di sapere non corrispondeva alla realtà. "Dopo tre anni capisco molto meno di quando ho iniziato - ha raccontato - all'interno di quella dimensione più cercavo di capire e meno ci riuscivo".
Rosi: non mi pongo domande né voglio dare risposte
Con 'Notturno', ha spiegato ancora Gianfranco Rosi, non vuole dare delle risposte "né io mi sono posto delle domande", per il regista "era importante trovare quelle storie che avessero la quotidianità all'interno di questi confini che sempre vacillano tra la vita e la morte, tra la vita e l'inferno, tra la vita e la distruzione".