AGI - “Carlo è il mio grande tesoro, per i suoi settanta anni gli auguro di continuare a divertirsi con il cinema e con la musica e anche di godersi l’amore del suo pubblico con lo stesso senso di scoperta dei suoi esordi”. Claudia Gerini è l’attrice musa di Claudio Verdone, interprete di tre personaggi diventati iconici, la indimenticabile neosposa coatta Jessica che faceva coppia con l’omologo Ivano in ‘Viaggi di nozze’, la Iris di ‘Sono pazzo di Iris Blond’ e quindi la burina della coppia di arricchiti in vacanza a Taormina, Enza Sessa e Moreno Vecchiarutti, in ‘Grande grosso e Verdone’.
Alla vigilia del compleanno di Verdone, che il 17 novembre spegne settanta candeline (il regalo di Claudia Gerini è una chitarra elettrica) fa notare che l’attore-regista è uno dei pochi su cui gli anni si sono posati con lievità: “Perché è cresciuto, si è espanso professionalmente ma preservando sempre il suo spirito fanciullesco: Verdone, insomma è rimasto Carlo” spiega, aggiungendo che “è un attore-regista che dovrebbe diventare materia universitaria, perché da quaranta anni è un punto di riferimento per generazioni di italiani, un pilastro della storia del cinema che continua a far ridere spettatori di ogni età”.
Lei, racconta, era poco più di una ragazzina quando Verdone la scelse per ‘Viaggi di nozze’, il loro primo film del ’95. “Mi sentivo come in una fiaba, anche io come tanti sono cresciuta guardando i suoi film e ancora oggi quando ho bisogno di farmi qualche risata mi rivedo ‘Acqua e sapone’ e ‘Borotalco’”, chiarisce rievocando la sera in cui le comunicò che avrebbe recitato accanto a lui. Il primo tentativo di lavorare con Verdone l'anno precedente, in ‘Perdiamoci di vista’, non aveva avuto successo (per quel film fu scelta Asia Argento).
Poi, quando era in cerca di una partner per il suo Ivano di ‘Viaggi di nozze’ una sera il regista andò a vederla a teatro, a Roma, al Colosseo off: “Sapevo che Carlo era in platea e tremavo sul palcoscenico, anche perché quello spettacolo, ‘Angelo e Beatrice’, era tutt’altro che comico, metteva in scena gli anni di piombo e la deriva terroristica”. Verdone però non ebbe dubbi: “Dopo lo spettacolo mi disse: 'Sto cercando un’attrice per il ruolo di una ragazza con la faccina delicata che è però una gran coatta, tu saresti perfetta'”, racconta. Una volta sul set, oltre a sentirsi in una fiaba, “avevo il terrore di rovinare il film, di non reggere il confronto con un mostro sacro come lui, e quindi diedi il massimo, ci coalizzammo nella recitazione, insomma”. Fu un set dove ci si divertiva parecchio, con molte improvvisazioni.
Una su tutte: quando subito dopo la scena del matrimonio, nell’ennesimo tentativo di “farlo strano” Ivano la porta in una stanza lasciando la porta aperta con il rischio di richiamare l'attenzione, la trovata del “Come si chiama tu’ sorella?”, “Elsa” e il gridare “Erzaaa, Erzaaa!!” durante l’amplesso, nacque lì per lì. Il tormentone "'O famo strano?" era invece nel copione. L’anno seguente i due erano di nuovo insieme in ’Sono pazzo di Iris Blond'. “Eravamo andati talmente bene in ‘Viaggi di nozze’ che il produttore Cecchi Gori ci volle di nuovo in coppia", premette Gerini, raccontando la genesi del film. “Carlo mi chiese che cosa mi sarebbe piaciuto fare e io gli dissi che mi sarebbe piaciuto tanto cantare e così nacque la storia del film", aggiunge.
Rapporto artistico e affettivo
E' di quei tempi anche il loro legame sentimentale: “Ci eravamo in qualche modo innamorati, succede quando il rapporto artistico è così forte, non era il momento giusto ma questo non ha minimamente intaccato la nostra amicizia e il nostro affetto - chiarisce la Gerini all'AGI - Carlo è sempre stato molto importante per me e il nostro è stato sicuramente un matrimonio artistico”. Un 'matrimonio' che si è rinsaldato nel 2008 per l’altro ‘cult’ verdoniano 'Grande, Grosso e Verdone' con i due nei panni di Moreno Vecchiarutti e Enza Sessa, una coppia di coatti romani in crisi in vacanza nel più raffinato hotel di Taormina, con figlio adolescente problematico al seguito, Steven. "Auguro a Carlo di continuare così, di diventare un Carlo alla seconda, alla quarta, anzi alla settantesima", dice Claudia Gerini.
Un sogno: 'rifarlo strano' ancora una volta
Sono passati dodici anni dall'ultimo (e terzo) film 'Grande grosso e Verdone' che ha visto insieme la coppia Verdone-Gerini, ma non è affatto escluso, chiarisce l'attrice all'AGI alla vigilia dei 70 anni del partner artistico, che possa essercene in futuro un quarto. "Mi piacerebbe molto, ma anche se ci sentiamo spesso al telefono, soprattutto in questo periodo di lockdown, sono troppo discreta per andargli a chiedere 'Carlo quand'è che mi fai rilavorare con te?'". Uno degli ostacoli è, paradossalmente, legato ai precedenti successi della coppia: "Già prima di girare 'Grande grosso e Verdone' Carlo mi spiegava che dovevamo dare il massimo perché avevamo la grande responsabilità di misurarci con le nostre prove dei due precedenti film - spiega - andavamo insomma contro noi stessi, con il rischio di non eguagliare quei successo".
Gerini diventa produttrice e (forse) regista
Claudia Gerini diventa produttrice e, con tutta probabilità anche regista, senza che le due nuove identità scalfiscano il suo superlavoro da attrice: “In questa nuova vita dominata dal Covid-19 mi sono sentita stimolata a studiare, leggere, pensare e realizzare progetti miei” racconta all'AGI, spiegando la genesi della sua serie, (una coproduzione internazionale) di cui sarà anche protagonista, su Tina Modotti, fotografa, militante politica e attrice vissuta tra Italia, Stati Uniti e Messico, dove è stata molto legata a Frida Kahlo: “Mi interessa lavorare sul women empowerment, da tempo mi sto dedicando alla storia di questa grande donna nata a fine Ottocento e della sua breve ma intensa vita da artista, un po’ dimenticata in Italia, come spesso succede”. Modotti non è mai stata rappresentata al cinema e Gerini, spiega, punta a un’operazione culturale in otto puntate, che coinvolga altri produttori internazionali tra Messico e Stati Uniti. Intanto ha già portato nella squadra (“abbiamo già cominciato a lavorare”) con Robert Palm, lo showrunner di ‘Csi’ e ‘Law& Order’.
In parallelo, con i piedi piantati invece in Italia, racconta, sta producendo con Antonio Baiocco e Fabio Morici ‘Tapis roulant’ film a forti tinte psicanalitiche dove interpreterà "una psicologa specializzata in sedute on line che per un trauma giovanile si è creata una bolla casalinga e vive camminando e correndo sul suo tapis roulant, che non abbandona neanche durante le terapie con i pazienti". Lo definisce un piccolo ma grande film: "Inizieremo a girarlo il prossimo aprile e sto pensando anche di dirigerlo, ci sto riflettendo mi piacciono le sfide - analizza - e sarebbe il film giusto per iniziare, visto che l’interprete principale sono io e sarà girato in un unico ambiente. Vedremo, produrre e far quindi parte del processo creativo che precede quello che sono sempre stata abituata ad affrontare, mi sta già facendo misurare con qualcosa di nuovo”. Nella sua “comfort zone” da attrice intanto va come un treno: ha appena finito di girare il film di Edoardo Leo ‘Lasciarsi un giorno a Roma’ “una storia romantica dove interpreto la sindaca di Roma in crisi matrimoniale con suo marito, interpretato da Stefano Fresi” ed è anche nel cast di ‘Per tutta la vita’ di Paolo Costello commedia corale sul matrimonio con Ambra, Carolina Crescentini, Claudia Pandolfi, Luca e Paolo, e Filippo Nigro.
Diretta da Salvatore Allocca ha invece appena finito di girare, da protagonista, ‘Mancino naturale’, prodotto da Rai Cinema, nel ruolo di una donna vedova, mamma di un bambino aspirante campione di calcio cresciuto con il mito di Paolo Rossi: “Sono una donna orgogliosa che vive nelle case popolari di Latina, con grandi ambizioni e pochi mezzi, che vede nel figlio la sua possibilità di riscatto”.