AGI - "È soltanto una partenza simbolica, con soli cento schermi accesi in tutta Italia, prevediamo di salire a duecento, cioé il 5 per cento dei quattromila schermi italiani, entro sabato prossimo". Nei giorni della riapertura dei cinema Simone Gialdini direttore generale Anec e Anem, (associazione nazionale esercenti cinema e associazione multiplex) fa il punto con AGI su numeri e regole che da domani con la riapertura del solo 2,5 per cento degli schermi italici disegneranno la nuova vita di sale e spettatori in crisi d'astinenza cinematografica dopo gli oltre tre mesi di serrata imposta dall'emergenza coronavirus.
L'Anec ha salutato con plauso e sollievo il dpcm dell'11 giugno che, accogliendo le istanze degli esercenti, ha allentato le misure anticoronavirus previste dai protocolli del decreto precedente: da oggi al cinema (e agli spettacoli dal vivo) la mascherina è prevista (come per i ristoranti) in ingresso, in uscita e quando ci si sposta in sala per andare ad esempio alla toilette, ma non ci sarà più l'obbligo di indossarla durante la proiezione.
I posti dovranno essere distanziati (una poltroncina occupata e due libere) ma conviventi e familiari potranno sedersi uno accanto all'altro, come in epoca pre-Covid . È caduto anche il divieto di aprire i punti di ristoro, con il via libera quindi a pop corn e affini sgranocchiati in sala e soprattutto rispetto al dpcm precedente, che imponeva un tetto massimo di 200 persone al chiuso, chiarisce Gialdini, "i nuovi protocolli stabiliscono che il numero delle persone ammesse derivi da quello dei posti in sala autorizzati dalle commissioni di vigilanza, decurtati di quelli previsti dal distanziamento".
Il numero di spettatori consentiti quindi varierà ad ogni spettacolo, dettato dalla tipologia degli spettatori: "Più famiglie equivarranno a una maggiore capienza". Nonostante le molto più sostenibili misure del nuovo decreto (i cui protocolli sono in vigore fino al 14 luglio) la riapertura di sale tradizionali e delle arene, chiarisce Gialdini sarà graduale: "Il nuovo dpcm è arrivato solo pochi giorni fa - spiega - ora riusciranno ad aprire quindi solo le cento sale, tra schermi tradizionali e arene che si erano preparati a farlo sulla base delle disposizioni regionali relative al decreto precedente".
Per tornare a "una normalità pre-Covid" prevede, bisognerà aspettare la seconda metà di agosto, considerando anche, chiarisce, che tradizionalmente una parte degli esercizi chiude per la pausa estiva a metà giugno . "Il primo periodo equivarrà a una fase di rodaggio dei protocolli - spiega - dal 15 al 30 luglio saranno attivi il 10 per cento degli schermi, con le grandi strutture che magari decideranno di riaprire soltanto alcuni dei loro schermi e, inizialmente anche di rinunciare a qualche spettacolo per poter garantire l'igienizzazione di maniglie, corrimano e braccioli prevista dai protocolli, tra una proiezione e l'altra".
Un ruolo decisivo lo avranno le arene, 250 in totale, di cui un centinaio nuove, allestite per la ripartenza, che con aperture progressive saranno tutte operative, annuncia, nella prima settimana di luglio: qualcuna, annuncia, "sarà già al via come ad esempio le due di Milano".
In attesa dell'imminente ufficializzazione dell'uscita di 'Tenet' di Christopher Nolan, una data importante sarà il 22 luglio, debutto italico di un titolo acchiappa-pubblico come 'Onward-Oltre la magia' di Disney-Pixar, che, spiega, garantirà l'apertura di parecchie multisala, "e il ritorno a una normalità estiva".
Tra i fattori che fanno ripartire i cinema con il freno a mano tirato c'è infatti quello legato alla distribuzione, con una penuria di nuovi titoli (per la riapertura di domani gli esercenti programmano quasi essenzialmente film usciti sulle piattaforme durante il lockdown ndr) e la riprogrammazione non immediata di titoli bloccati dal coronavirus subito dopo l'uscita al cinema.
Per vedere sul grande schermo 'Gli anni piu' belli' di Muccino bisognerà aspettare ad esempio, il 15 luglio, per 'Volevo nascondermi' di Giorgio Diritti il 20 agosto. "C'è una gran voglia di tornare al cinema, quella che ci spinge a ripartire creando un percorso di fiducia con gli spettatori" chiarisce Gialdini ricordando come il coronavirus abbia colpito le sale italiche in un momento di splendore, con 640 milioni di euro al box office nel 2019, arrivati a un miliardo di euro con l'indotto dei vari accessori, dai pop corn all'affitto delle sale.
La chiusura forzata, informa, ha determinato la perdita di 30 milioni di spettatori e circa 200 milioni di fatturato ai quali si aggiungera', "nei prossimi due mesi, stima, "un ulteriore calo di 5 milioni di spettatori che nei primi sei mesi di quest'anno segnera' quindi una perdita di 35 milioni di spettatori sui circa 100 milioni dello scorso anno".