“Spero di cantare bene per voi, non ci sto capendo nulla”. La storia di Calcutta, come le migliori favole, potrebbe essere riassunta in questa semplice battuta. “Da una storia vera” vedremmo scritto sullo schermo, e sarebbe l’assoluta verità. Ne sono testimoni migliaia di ragazzi accorsi questa estate all’Arena di Verona, per poter dire di esserci stati quando quella favola si è materializzata davanti ai loro occhi. La storia di un ragazzo di Latina, non oseremmo dire sfigatello ma certamente timido, impacciato, che con le sue canzoni, impreziosite da uno stile imperfetto, sì, ma fortemente onesto, è riuscito a conquistarsi uno dei palchi più importanti del nostro paese.
E qualcuno deve aver pensato che davvero quella era una favola buona per il cinema, una di quelle storie che è necessario raccontare, affinché anche chi non era presente lo scorso agosto all’Arena potesse rendersi conto con i propri occhi di ciò che si è venuto a creare attorno alla musica dell’insospettabile Edoardo D’Erme. Si intitolerà “Tutti in piedi” e sbarcherà in sala per tre giorni a dicembre, 11-12 e 13 per l’esattezza. “Solo nei migliori cinema”, come annuncia lui, giustamente fiero, sui social. Le fila di questa narrazione del concerto-evento dell’estate 2018, la regia, è stata affidata a Giorgio Testi, uno che una certa “visione” della musica ce l’ha, è evidente, dato che in curriculum può vantare collaborazioni con artisti del calibro di Bon Jovi, Oasis, Sting, Rolling Stones, Pixies e Amy Winehouse, giusto per citarne qualcuno.