AGI - La luna di Giove, Io, non ha un oceano di magma al di sotto della sua superficie, contrariamente a quanto sostenuto in precedenza. Lo suggerisce uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, condotto dagli scienziati del California Institute of Technology. Il team, guidato da Ryan Park, ha esaminato le osservazioni della sonda spaziale Juno, combinate con tutti i dati storici disponibili. I risultati, sottolineano gli esperti, indicano che è improbabile che l'attività vulcanica sulla seconda luna più piccola di Giove provenga da un oceano di magma appena sotto la superficie. Queste scoperte, aggiungono gli scienziati, potrebbero portare a riconsiderare la natura interna di Io, e avere implicazioni sulle conoscenze relative alla formazione e l'evoluzione dei corpi celesti.
Io è la luna più vulcanicamente attiva del Sistema solare, ed è stato ipotizzato che la sua attività vulcanica sia alimentata dalle deformazioni mareali causate dalle variazioni dell'attrazione gravitazionale di Giove. La quantità di energia mareale potrebbe essere sufficiente a causare la fusione dell'interno di Io, formando potenzialmente un oceano di magma sotterraneo, ma esistono varie teorie a riguardo, nessuna delle quali e' stata avvalorata da risultati scientifici. Misurare l'entità della deformazione mareale del satellite, commentano gli studiosi, potrebbe contribuire a far luce su queste ipotesi. I ricercatori hanno calcolato l'entita' della deformazione di Io da parte delle forze mareali, combinando i dati raccolti dalla sonda spaziale Juno e i dati storici.
I risultati non sono coerenti con quanto ci si aspetterebbe se fosse presente un oceano di magma globale superficiale, il che suggerisce che Io abbia un mantello prevalentemente solido. Questi dati, concludono gli autori, indicano inoltre che le forze di marea non sempre creano oceani di magma globali, il che potrebbe avere implicazioni per la nostra comprensione di altre lune, come Encelado o Europa.