AGI - Aumentano in Texas le morti infantili dopo il divieto di aborto imposto dal 2021. A rivelarlo un nuovo studio pubblicato su JAMA Pediatrics. Dal 1° settembre 2021, la legge 8 del Senato del Texas, o SB8, ha vietato l’aborto dopo il rilevamento dell’attività cardiaca embrionale, che si verifica circa 6 settimane dopo l’ultimo periodo mestruale di una persona. Il provvedimento è entrato in vigore dopo la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha abolito la sentenza “Roe vs Wade”, che di fatto nel 1973 aveva legalizzato l’aborto. A quel punto, la corte suprema del Texas ha autorizzato l’entrata in vigore di una legge del 1925 che vieta l’aborto e punisce chi lo pratica anche con il carcere.
I ricercatori hanno svolto un’indagine per indagare un possibile legame fra il divieto di aborto e i decessi infantili e neonatali avvenuti in Texas tra il 2021 e il 2022. Gli scienziati hanno rilevato una forte associazione fra l’introduzione della legge che vieta l’aborto nelle prime settimane di vita del feto e i decessi neonatali e infantili, che tra il 2021 e il 2022 hanno subito un aumento inaspettato.
Anche le anomalie congenite, che sono la principale causa di morte infantile, sono aumentate in Texas, ma non nel resto degli Stati Uniti. Sebbene siano necessarie repliche e ulteriori analisi per comprendere i meccanismi alla base di questi risultati, i dati suggeriscono che le politiche restrittive sull’aborto possono avere importanti conseguenze indesiderate in termini di traumi per le famiglie e di costi medici a seguito dell’aumento della mortalità infantile. Questi risultati sono particolarmente rilevanti alla luce della recente decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti Dobbs contro Jackson Women’s Health Organization e della conseguente riduzione dei diritti riproduttivi in molti Stati americani.
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