AGI - Gli elefanti africani, scientificamente noti come Loxodonta africana, possono cambiare il rituale con cui si salutano in base al comportamento del proprio interlocutore, se l’altro elefante sta guardando o se devono richiamarne l’attenzione. A questa curiosa conclusione giunge uno studio, pubblicato sulla rivista Communications Biology, condotto dagli scienziati dell’Università di Vienna. Il team, guidato da Vesta Eleuteri e Angela Stoeger, ha analizzato 89 interazioni avvenute tra gli esemplari della savana africana semi-in cattività che vivono nella riserva di Jafuta, Zimbabwe. Le osservazioni, che comprendevano 1.014 azioni fisiche e 268 vocalizzazioni. Precedenti ricerche avevano suggerito che gli elefanti possono salutarsi emettendo suoni o barriti, oppure sbattendo le orecchie, agitando la proboscide o toccandosi a vicenda. Questi comportamenti, precisano gli autori, possono favorire il riconoscimento individuale e il legame sociale, ma finora non era chiaro quanto tali azioni fossero intenzionalmente utilizzati per comunicare con i propri simili. Nell’ambito del lavoro, gli autori hanno scoperto che gli animali si salutavano tra loro con combinazioni specifiche di vocalizzazioni e gesti. I barriti accompagnati dal movimento delle orecchie erano la forma di saluto più comune, specialmente tra gli esemplari femminili. I ricercatori suggeriscono inoltre che le secrezioni corporali, presenti nel 71 per cento delle interazioni, potrebbero svolgere un ruolo centrale nell’individuazione sociale attraverso il coinvolgimento dell’olfatto. Allo stesso tempo, riportano gli esperti, i gesti visivi erano più frequenti quando l’interlocutore stava osservando, mentre i comportamenti rumorosi, come il movimento delle orecchie o le vocalizzazioni, venivano prodotti per richiamare l’attenzione dell’altro esemplare. Questi risultati, commentano gli studiosi, suggeriscono che gli elefanti si salutano combinando azioni e suoni, decidendo intenzionalmente di adeguare la propria comunicazione in base al contesto. Sono state segnalate abilità simili negli scimpanzé e in altri primati. Gli scienziati concludono che tali capacità potrebbero essersi evolute in modo indipendente nelle specie, per mediare le interazioni sociali.