àAGI - L'espansione dell'economia spaziale italiana rischia di essere frenata dall'insufficiente numero di laureati in materie scientifiche con le competenze necessarie, tanto che alcuni settori sono già in sofferenza. È l'avvertimento lanciato in un'intervista all'Agi dal presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, Teodoro Valente, incontrato in occasione dell'evento di saluto del colonnello Walter Villadei, tornato sulla Terra lo scorso 9 febbraio dopo 18 giorni sulla Stazione Spaziale Internazionale nel quadro della missione Axiom 3.
"Comunicare la rilevanza scientifica e le ricadute positive ottenute dalle attività sperimentali condotte sull'Iss è fondamentale per far comprendere a tutti perché siamo impegnati in modo così forte", ha spiegato Valente, "anche questo ci consentirà di stimolare l'interesse delle giovani generazioni verso le lauree scientifiche". Si tratta di "un aspetto di assoluto rilievo", ha proseguito il presidente dell'Asi, in quanto "senza un adeguato capitale umano con un adeguato livello di formazione, alcune cose diventano difficili".
Durante il suo intervento ha fatto riferimento alla necessità, perché l'economia spaziale italiana abbia un futuro, di stimolare l'interesse dei giovani per le lauree scientifiche. Esistono dei settori che corrono già rischi?
"Ci sono dei settori che sono attualmente in sofferenza, quindi abbiamo lanciato questa azione, che non sta iniziando oggi ma è già iniziata da anni. Soprattutto nelle ultime settimane ci sono state delle giornate organizzate in proposito, anche dal ministero dell'Università e della Ricerca. A livello di formazione organizzeremo giornate specifiche, realizzeremo un kit destinato agli studenti delle scuole nel quale con un linguaggio appropriato spieghiamo come si fa ricerca scientifica nello spazio. È un work in progress ma su alcuni settori ci sono già delle carenze".
Per esempio?
Per citarne uno, il settore della cybersecurity è un settore sul quale, non solo a livello italiano ma anche internazionale, servono molte più figure di quelle che abbiamo a disposizione".
Ci può parlare degli esperimenti svolti sulla Stazione Spaziale Internazionale nell'ambito della missione Axiom 3?
"Abbiamo supportato 7 attività sperimentali, tutte con acronimi difficilmente pronunciabili. Abbiamo condotto un confronto tra campioni biologici prelevati dagli astronauti prima e dopo il ritorno, un'attività sperimentale orientata allo studio delle condizioni di base delle malattie neurodegenerative; abbiamo lavorato allo sviluppo di un sistema di rilevamento delle radiazioni cosmiche che consenta una valutazione in tempo reale del rischio di esposizione, un problema anche in prospettiva di un ritorno dell'uomo sulla Luna. Altri studi hanno riguardato la fertilità in condizioni di microgravità; gli effetti dello stress ossidativo indotto dall'ambiente spaziale sul sistema nervoso; la diagnosi non invasiva di malattie destinata a un monitoraggio autonomo dello stato di salute. Si è svolto poi uno studio importante della valutazione di specifici marcatori molecolari per rilevare lo stress degli astronauti legato alle missioni di breve durata, in un confronto con gli effetti rilevabili a bordo dei sottomarini consentito da un accordo quadro con la marina militare. L'ultimo esperimento riguarda una tuta intraveicolare prodotta da una startup italiana di dispositivi indossabili per l'esplorazione umana dello spazio e avrà come ricaduta lo sviluppo di metodologie per contrastare la perdita di massa muscolare e ossea per favorire una più lunga permanenza in condizioni ottimali dei nostri astronauti, una contribuzione significativa e importante per tutti".
Il centro spaziale di Malindi avrà un ruolo nel piano Mattei?
Assolutamente sì, un ruolo per quanto riguarda lo Spazio, ovviamente, dato che il piano Mattei è molto più ampio e articolato in tutta una serie di attività. È un ruolo che abbiamo già identificato e adesso stiamo definendo di concerto con la cabina di regia che è stata da poco istituita e che deve fare una relazione al Parlamento entro il giugno di ogni anno. In quella relazione ci saranno i dettagli".
A marzo sarà presentata in Consiglio dei ministri la legge quadro sullo Spazio. In un contesto normativo mondiale al momento frammentario, possiamo aspettarci presto anche una sintesi a livello europeo?
"Un articolato di legge sullo Spazio è anche allo studio a livello europeo. Non abbiamo ancora visto la bozza ma ci sono attività in corso. Ci sono già Paesi che hanno una legge sullo Spazio e noi inizieremo come Paese a discutere dell'articolato nella tempistica che è stata indicata dal ministro Urso, che è l'autorità politica delegata, e certamente metteremo in campo tutte quelle che sono le necessarie azioni di coordinamento avendo ben chiari gli obiettivi, cioè fare in modo tale che ci siano aspetti di safety ma che non ci siano ostacoli per le attività svolte soprattutto da piccole e medie imprese".
Il G7 Industria di marzo avrà un focus sullo Spazio. Come partecipera' l'Asi?
"Stiamo dando il nostro contributo a questa fase preparatoria dei lavori come agenzia, il che richiede attività e discussioni con tutti i Paesi del G7 per arrivare poi al consolidamento di una posizione condivisa da tutti".