AGI - Scoperto un muro sommerso nel mar Baltico, che risale all’età della pietra, lungo quasi un chilometro, che potrebbe essere stato usato per cacciare le renne. A rivelarlo uno studio internazionale, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences. I siti archeologici sommersi possono rimanere ben conservati, ma spesso sono difficili da studiare in modo dettagliato. Jacob Geersen, del Leibniz Institute for Baltic Sea Research Warnemünde, e colleghi hanno utilizzato dati idroacustici con una risoluzione fino a un centimetro, campioni sedimentologici e immagini ottiche, per caratterizzare una megastruttura dell’Età della Pietra situata a 21 metri di profondità nella baia di Meclemburgo, in Germania.
Per esaminare il sito, gli scienziati hanno utilizzato misurazioni effettuate da una nave, un veicolo subacqueo autonomo e sommozzatori. La struttura era composta da circa 1.670 pietre singole, in gran parte di altezza inferiore a 1 metro e di larghezza inferiore a 2 metri, disposte una accanto all’altra per 971 metri. L’analisi geologica ha rivelato che la struttura era adiacente alla linea di riva di un lago o di una palude ormai sommersi. La forma e la posizione della struttura non sono coerenti con un’origine naturale. La struttura è stata probabilmente costruita dai cacciatori-raccoglitori della regione più di 10.000 anni fa e successivamente sommersa circa 8.500 anni fa. La costruzione potrebbe essere stata utilizzata per dirigere i movimenti delle mandrie di grandi ungulati, raggruppamento che riunisce i mammiferi in cui le falangi, o l’unica falange, sono rivestite da zoccolo anziché da unghie, come le renne eurasiatiche, note con il nome scientifico di Rangifer tarandus, per facilitare la caccia. Secondo i ricercatori, il sito potrebbe rappresentare una delle più antiche strutture di caccia conosciute sulla Terra e il più grande complesso conosciuto, sviluppato, tra il tardo Pleistocene e inizio Olocene, in Europa.