AGI - Mangiare un pacchetto di popcorn al giorno potrebbe ridurre il rischio di soffrire di demenza. È quanto emerge da uno studio della Rush University di Chicago, pubblicato sulla rivista Neurology. I ricercatori della Rush, dopo aver monitorato 3.300 persone per sei anni e testato le loro capacità cognitive, hanno scoperto che coloro che mangiavano cereali integrali, come popcorn leggermente salati, quinoa o altri, quotidianamente avevano una riduzione minore dei punteggi cognitivi rispetto a coloro che mangiavano a malapena questi alimenti.
I ricercatori hanno osservato l’effetto solo nei partecipanti di colore, che costituivano il 60% dei partecipanti allo studio. È possibile che non abbiano riscontrato lo stesso effetto nei partecipanti bianchi perché erano troppo pochi nello studio o perché avevano molte meno probabilità di mangiare cereali integrali rispetto ai loro coetanei.
I cereali integrali sono ricchi di fibre, che rallentano l’assorbimento degli zuccheri nel sangue; in questo modo si evitano picchi di zucchero che possono causare placche nelle arterie e infiammazioni che aumentano il rischio di demenza.
La notizia arriva dopo che i ricercatori hanno anche scoperto che mangiare una sola ciotola di fiocchi glassati al giorno potrebbe aumentare il rischio di ammalarsi di cancro alla bocca e alla gola fino al 25%. Più di sei milioni di americani sono affetti da demenza, ma si prevede che questa cifra sia più che raddoppiata nei prossimi due decenni.
Gli adulti anziani di colore hanno una probabilità più che doppia di ricevere una diagnosi di questa patologia, che secondo gli esperti potrebbe essere legata al fatto che il gruppo presenta tassi più elevati di malattie cardiache. Per lo studio gli scienziati hanno analizzato i dati di 3.300 adulti che avevano in media 75 anni e non soffrivano di demenza.
Tutti avevano partecipato al Chicago Health and Aging Project, che ha seguito 10.000 persone dal 1993 al 2012. Sono stati intervistati ogni tre anni sulla frequenza del consumo di cereali integrali ed è stato chiesto loro di completare test cognitivi e di memoria. Questi comprendevano compiti come richiamare un elenco di parole, ricordare numeri e rimetterli nell’ordine corretto.
I partecipanti sono stati poi divisi in cinque gruppi in base alla quantità di cereali integrali consumati e i loro punteggi cognitivi sono stati confrontati. I gruppi erano suddivisi partendo da coloro che consumavano meno di mezza porzione o mezzo grammo di cereali integrali al giorno sino ad arrivare a chi ne consumavano tre porzioni o più.
Le linee guida dietetiche per gli americani raccomandano almeno tre porzioni di cereali integrali al giorno, con una razione equivalente a un grammo, come una fetta di pane o mezza tazza di pasta o riso cotti. Dopo aver tenuto conto di fattori quali l’età, il sesso, l’istruzione e il fumo, i ricercatori hanno scoperto che coloro che mangiavano tre o più cereali integrali al giorno avevano un tasso di declino cognitivo, segno distintivo precoce della demenza, più lento rispetto a coloro che ne mangiavano di meno.
Inoltre, i partecipanti di colore avevano maggiori probabilità di mangiare più cereali integrali rispetto ai partecipanti bianchi. Il 68% dei partecipanti di colore ha dichiarato di mangiare più di una porzione di cereali integrali al giorno. Mentre, tra i partecipanti bianchi questa percentuale è scesa al 38%.
I ricercatori non sono certi del motivo per cui il consumo di cereali integrali riduca il rischio di demenza, ma ritengono che ciò potrebbe essere legato al fatto che aiuta a regolare lo zucchero nel sangue o a promuovere un intestino sano.
Ciò contribuirebbe a ridurre il rischio di infiammazione e di danni ai vasi sanguigni, che potrebbero aumentare il rischio di sviluppare la demenza. Le persone che mangiano cereali integrali hanno anche maggiori probabilità di osservare uno stile di vita sano, come dormire o fare più esercizio fisico, il che contribuisce a ridurre il rischio di demenza. Lo studio è stato di tipo osservazionale e non ha potuto dimostrare che il consumo di popcorn da solo riduca il rischio di demenza.
Inoltre, non ha preso in considerazione i condimenti dei popcorn, come il burro e lo zucchero, che possono incrementare il rischio di demenza e obesità. Tra i limiti dello studio, inoltre, c’è il fatto che le diete sono state autoriferite dai partecipanti. che non sono stati obbligati a fornire prove sul consumo di cereali integrali.
“Con l’Alzheimer e la demenza che colpiscono milioni di americani, trovare il modo di prevenire la malattia è una grande priorità per la salute pubblica”, ha dichiarato Xiaoran Liu, epidemiologa che ha guidato la ricerca.
“È entusiasmante vedere che le persone potrebbero potenzialmente ridurre il loro rischio di demenza aumentando la loro dieta di cereali integrali di un paio di porzioni al giorno", ha concluso Liu.
"Questo studio è interessante non tanto per la connotazione sensazionalistica del popcorn ma perché rivela cosa fare per prevenire fino a un terzo delle demenze attraverso l’apporto di modifiche allo stile di vita e stando attenti ai fattori di rischio vascolare”, ha commentato Matteo Pardini, ricercatore in Neurologia dell’Università di Genova, esperto di malattie neurologiche che svolge attività clinica proprio in quest’ambito presso il Policlinico San Martino di Genova.
“Questo studio - ha aggiunto Pardini – in particolare pone l’accento sull’importanza dell’alimentazione come modalità di riduzione dei fattori di rischio vascolari che sono poi a loro volta causa di un rischio aumentato di demenza. È importante – ha continuato – ribadire che, in media, un terzo delle demenze sono prevenibili attraverso un corretto stile di vita, il controllo del diabete e del colesterolo, che ha un ruolo chiave nella nostra salute metabolica”.
“Alla fine – ha sottolineato Pardini – si invecchia come si è vissuti. In sintesi il messaggio che questo studio secerne è quello di fare prevenzione per la demenza in modo costante, già dai quaranta anni di età, sino ad arrivare ai cinquanta e sessanta. È vero che ora ci sono nuovi farmaci e ce ne saranno sempre di più ma, il ruolo della prevenzione è fondamentale e permette di voler bene al nostro cervello”.