AGI - Il rapido innalzamento del livello del mare e il conseguente arretramento dell'habitat costiero, osservati alla fine dell'ultima era glaciale, potrebbero ripetersi se le temperature medie globali aumenteranno oltre certi livelli. È lo scenario che emerge da uno studio condotto da un gruppo internazionale di scienziati, provenienti da più di una dozzina di istituti pubblicato su Nature.
I ricercatori hanno mostrato come gli antichi habitat costieri si sono adattati alla fine dell'ultimo periodo glaciale, più di 10.000 anni fa, e hanno anticipato come potrebbero cambiare con l'aumento del livello del mare previsto per questo secolo.
L'analisi è stata condotta esaminando i sedimenti oceanici delle antiche coste di un periodo in cui gli oceani si sono alzati rapidamente, soprattutto a causa dello scioglimento delle calotte glaciali nell'emisfero settentrionale. Questo esame ha permesso di dedurre come sono mutati gli antichi habitat costieri e ha costituito la base per migliorare le previsioni sul presente.
"Ogni tonnellata di anidride carbonica emessa dall'umanità alza il termostato globale, aumentando così il ritmo dell'innalzamento del livello del mare", ha dichiarato Robert Kopp, professore del Dipartimento di Scienze della Terra e Planetarie della Rutgers School of Arts and Sciences e autore dello studio.
"Più veloce sarà l'innalzamento degli oceani, maggiore sarà la minaccia per le paludi, le mangrovie e le barriere coralline di tutto il mondo", ha continuato Kopp. "Per esempio, nella nostra analisi, la maggior parte delle paludi di marea è in grado di tenere il passo con l'aumento del livello del mare sotto 1,5 gradi Celsius di riscaldamento, ma è improbabile che i due terzi siano in grado di tenere il passo con 2 gradi di riscaldamento", ha dichiarato.
L'accordo di Parigi
"Gli intervalli di temperatura citati nello studio sono significativi perché si riferiscono direttamente all'Accordo di Parigi, un trattato internazionale sui cambiamenti climatici adottato nel 2015", ha aggiunto Kopp, che è anche direttore del Megalopolitan Coastal Transformation Hub e co-direttore dell'Office of Climate Action dell'Universita'.
L'obiettivo del trattato di Parigi è quello di ridurre sostanzialmente le emissioni di carbonio in tutto il mondo per limitare l'aumento della temperatura globale in questo secolo a 2 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali, perseguendo al contempo gli sforzi per limitare ulteriormente l'aumento a 1,5 gradi Celsius.
Instabilità e nuovi scenari
Lo studio prevede che l'aumento delle temperature globali provocherà un innalzamento del livello del mare che porterà all'instabilità e a profondi cambiamenti negli ecosistemi costieri, tra cui paludi di marea, foreste di mangrovie, barriere coralline e isole coralline.
Le paludi di marea, aree basse inondate e drenate dall'acqua salata delle maree, proteggono molte delle coste del mondo. Sequestrano gli inquinanti, assorbono l'anidride carbonica e proteggono le comunità vicine dalle mareggiate e dalle inondazioni. Sono comuni lungo le coste atlantiche del Nord America. Ampie distese di paludi di marea costeggiano la costa del New Jersey.
"Questo lavoro fornisce la prova della storia geologica che ci dice che, in assenza di mitigazione e secondo le attuali proiezioni, le paludi di marea non avranno la capacita' di adattarsi", ha affermato Judith Weis, professoressa di Scienze biologiche alla Rutgers-Newark, non autrice dello studio ma esperta di paludi di marea.
"Per molte paludi di marea del New Jersey, questa non è una previsione, ma una descrizione della situazione attuale, in cui il livello del mare si sta alzando più velocemente di quanto le paludi possano aumentare la loro elevazione; questo rende ancora piu' importante ridurre i cambiamenti climatici il più rapidamente possibile", ha proseguito Weis.
Le paludi e le foreste di mangrovie si adattano all'innalzamento del mare accumulando sedimenti e spostandosi lentamente verso l'interno. "Le mangrovie e le paludi di mare fungono da cuscinetto tra l'oceano e la terraferma: assorbono l'impatto dell'azione delle onde, prevengono l'erosione e sono fondamentali per la biodiversità della pesca e delle piante costiere", ha dichiarato Neil Saintilan, autore principale del lavoro e professore alla Macquarie University di Sydney, Australia.
"Quando le piante si intasano d'acqua a causa dell'innalzamento del livello del mare, iniziano a perdere colpi", ha sostenuto Saintilan. Secondo lo studio, nella peggiore delle possibilità, questi habitat costieri, colpiti dall'innalzamento del livello del mare, si ridurranno e, in alcuni casi, saranno spazzati via, come è successo in un lontano passato.