AGI - Una nuova analisi mostra che probabilmente esistono molti più esopianeti simili alla Terra con acqua allo stato liquido di quanto si pensasse. Il lavoro rileva che anche dove le condizioni non sono ideali per l’esistenza di acqua allo stato liquido sulla superficie di un pianeta, l’acqua potrebbe essere presente sotto la superficie del pianeta.
Presentando il lavoro alla conferenza di geochimica Goldschmidt a Lione, il ricercatore capo Dr. Lujendra Ojha (Rutgers University, New Jersey, USA) ha dichiarato: “ Sappiamo che la presenza di acqua allo stato liquido è essenziale per la vita. Il nostro lavoro mostra che quest’acqua può essere trovata in luoghi che non avevamo considerato sufficientemente in precedenza. Ciò aumenta notevolmente le possibilità di trovare ambienti dove la vita potrebbe, in teoria, svilupparsi ”.
I ricercatori hanno scoperto che anche se la superficie di un pianeta è ghiacciata, ci sono due modi principali per generare abbastanza calore da permettere all’acqua di liquefarsi nel sottosuolo. Lujendra Ojha ha dichiarato: “Come terrestri, al momento siamo fortunati perché abbiamo la giusta quantità di gas serra nella nostra atmosfera per rendere l’acqua stabile allo stato liquido sulla superficie. Tuttavia, se la Terra dovesse perdere i suoi gas serra, la temperatura media della superficie globale sarebbe di circa -18 gradi Celsius e la maggior parte dell’acqua sulla superficie congelerebbe completamente. Qualche miliardo di anni fa, questo è realmente accaduto sul nostro pianeta e l’acqua sulla superficie si è completamente congelata. Tuttavia, questo non significa che l’acqua fosse completamente solida ovunque. Ad esempio, il calore della radioattività nelle profondità della Terra poteva riscaldare l’acqua abbastanza da mantenerla liquida. Ancora oggi, lo vediamo accadere in luoghi come l’Antartide e l’Artico canadese, dove nonostante la temperatura gelida, ci sono grandi laghi sotterranei, sostenuti dal calore generato dalla radioattività. Ci sono anche alcune prove che suggeriscono che questo potrebbe essere il caso anche – attualmente – al polo sud di Marte ”.
Il dottor Ojha ha continuato: “Alcune delle lune trovate nel sistema solare (ad esempio, Europa o Encelado) hanno notevoli quantità di acqua allo stato liquido nel sottosuolo, anche se le loro superfici sono completamente ghiacciate. Questo perché il loro interno è continuamente agitato dagli effetti gravitazionali dei grandi pianeti attorno ai quali orbitano, come Saturno e Giove. Un effetto simile a quello della nostra Luna sulle maree, ma molto più forte. Questo rende le lune di Giove e Saturno le prime candidate per trovare la vita nel nostro Sistema Solare e molte missioni future sono state pianificate per esplorare questi corpi celesti ”.
Il nuovo studio ha valutato la possibilità di trovare acqua sotterranea allo stato liquido per quel che riguarda gli esopianeti trovati attorno al tipo più comune di stelle: i soli chiamati nane M. Queste sono piccole stelle, che sono molto più fredde del nostro Sole. Il 70 per cento delle stelle nella nostra galassia sono nane M e la maggior parte degli esopianeti rocciosi e simili alla Terra trovati fino ad oggi orbitano attorno a nane M.
“Abbiamo modellato la fattibilità della generazione e del mantenimento di acqua allo stato liquido su esopianeti in orbita attorno a nane M considerando solo il calore generato dal pianeta. Abbiamo scoperto che quando si considera la possibilità di acqua allo stato liquido generata dalla radioattività, è probabile che un’alta percentuale di questi esopianeti possa avere calore sufficiente per sostenere l’acqua allo stato liquido, molti più pianeti di quanto pensassimo. Prima di iniziare a considerare questa acqua sotterranea, è stato stimato che circa 1 pianeta roccioso ogni 100 stelle avrebbe avuto acqua allo stato liquido. Il nuovo modello mostra che se le condizioni sono giuste, la nuova stima potrebbe avvicinarsi a un pianeta per stella. Quindi abbiamo cento volte più probabilità di trovare acqua allo stato liquido di quanto pensassimo. Ci sono circa 100 miliardi di stelle nella Via Lattea. Ciò rappresenta davvero buone probabilità per l’origine della vita altrove nell’universo” .