"Vi spiego perché la Sardegna è la sede ideale per l'Einstein Telescope"

Francesco Russo
Science Photo Library via AFP - Spazio, materia oscura
  • ET misurerà un enorme numero di onde gravitazionali (circa 105 – 106 eventi per anno!) prodotte dalla coalescenza di due buchi neri fino distanze cosmologiche (redshift circa 20 e oltre). In questo modo gli astrofisici disporranno di una sorta di stratigrafia ‘archeologica’ della popolazione di buchi neri, attraverso tutte le epoche dal Big Bang ad oggi, che consentirà di capire quale sia la loro origine (primordiali o originati dal collasso di stelle?) ma anche come si siano formati ed evoluti i buchi neri di origine stellare in sistemi binari. Grazie alla sua eccezionale sensibilità ET consentirà di misurare con grande precisione le masse dei buchi neri e scoprire quelli con massa da centinaia a migliaia di volte la massa del sole e capire finalmente se sono questi i ‘cuccioli’ da cui si sono formati i buchi neri supermassicci che troviamo nel centro delle galassie.
  • ET osserverà altrettanti eventi di coalescenza di due stelle di neutroni che ci daranno l’opportunità di osservare contemporaneamente l’energia emessa sotto forma di luce e di onde gravitazionali. Questa combinazione è una fucina di scoperte ed è il campo di studio della Astrofisica Multi-Messaggera nata il 17 agosto 2017 con l’osservazione (ancora unica ad oggi) di luce e onde gravitazionali emessi dalla stessa sorgente astrofisica. Ad esempio, sono attese scoperte cruciali nel campo della nucleosintesi (sono questi i luoghi preferenziali per la formazione gli elementi pesanti come oro e platino?) e della fisica dei getti (jets) di particelle espulse a velocità relativistiche e dati unici per capire come è composta la materia nella parte più interna di queste stelle dove si raggiungono densità elevatissime, superiori a 1015 g/cm3.
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