AGI - Risolvere il mistero della materia oscura e dell'energia oscura, scoprire come si sono formati buchi neri al centro delle galassie, mettere alla prova la teoria della relatività generale di Einstein. Ecco solo alcuni degli impressionanti obiettivi che si prefigge l'Einstein Telescope (ET), la gigantesca struttura di ricerca che vale circa 1,9 miliardi di euro di investimento totale che l'Italia vorrebbe ospitare in Sardegna presso la miniera dismessa di Sos Enattos a Lula, in provincia di Nuoro.
Il tassello che manca alla Teoria della Relatività
Gli scienziati hanno in programma di utilizzare il telescopio Einstein, che sarà una struttura sotterranea, per raccogliere i segnali emessi subito dopo il Big Bang e per studiare la natura dei buchi neri. L'ET andrà a caccia di onde gravitazionali, increspature dello spaziotempo che si propagano alla velocità della luce, generate da "cataclismi cosmici", come l'esplosione di supernovae o lo scontro tra buchi neri o stelle a neutroni. La verifica dell'esistenza delle onde gravitazionali rappresenta il tassello mancante alla verifica sperimentale della Teoria della Relatività Generale di Albert Einstein. Prodotte da masse stellari in movimento accelerato, le onde gravitazionali, a causa della rigidità dello spaziotempo, hanno un'ampiezza infinitesima.
Per questa loro caratteristica rilevarle è davvero difficile e occorrono strumenti di dimensione gigantesca, come i detectors interferometrici. Questo rende l'ET uno strumento estremamente importante per la fisica e l'astronomia internazionali.
Una sfida tecnologica
In quanto sfida per le aziende high-tech e motore del progresso tecnologico, il progetto è anche una meravigliosa opportunità per la società in generale. Il telescopio Einstein è stato progettato per essere almeno dieci volte più accurato nelle sue misurazioni rispetto agli attuali rilevatori. Ciò gli consentirà di esplorare un'area dell'universo mille volte più grande alla ricerca di onde gravitazionali e di rilevare sorgenti troppo deboli per l'attuale generazione di strumenti.
Il progetto prevede la costruzione di un gigantesco interferometro sotterraneo triangolare per la ricerca delle onde gravitazionali. L'osservatorio, che deve il suo nome ad Albert Einstein, sarà collocato a una profondità tra i 100 e i 300 metri, per isolarlo dai movimenti delle onde sismiche, avrà un perimetro di circa 30 chilometri composto da bracci lunghi 10 chilometri al cui interno saranno attraversati specchi di altissima qualità superficiale attraversati da un laser. Se un'onda gravitazionale attraversa l'interferometro, la lunghezza dei bracci oscilla e questa infinitesima variazione viene rivelata dall'esperimento.
La scelta del sito dove costruire l'ET non avverrà prima della fine del 2024 e l'osservatorio sarà operativo non prima del 2033.
Meloni: "Concentrati sulla candidatura"
"Voglio offrire con la mia presenza la dedizione che il governo italiano intende mettere sulla candidatura dell'Italia per l'Einstein Telescope", ha detto la premier Giorgia Meloni alla presentazione della candidatura italiana, il governo italiano è concentrato su questa candidatura. È il simbolo dell'Italia che vuole guardare verso l'alto. Noi siamo capaci di grandi imprese. C'è un'Italia capace di pensare in grande, a volte c'è mancata consapevolezza. Dobbiamo essere all'altezza di quelle persone che hanno fatto la grandezza dell'Italia. A noi non manca niente. Oltre ad avere le competenze scientifiche abbiamo il luogo perfetto per ospitare questa infrastruttura straordinaria. L'area dismessa di Sos Enattos, in Sardegna, è perfetta. Einstein Telescope è soprattutto un enorme balzo in avanti nella nostra capacità di comprendere il cosmo e il modo di far tornare la ricerca italiana e europea centrale. È una grande opportunità dal punto di vista dell'indotto", aggiunge la premier.
"Questa sfida è alla nostra portata se torniamo ad essere l'Italia capace di sognare. È l'Italia che vogliamo recuperare e che negli ultimi tempi abbiamo un po' perso. Tutti possono fare la propria parte - conclude il presidente del Consiglio - Dobbiamo provare ad attrarre ricercatori, l'Italia ha grandi attrattive. Dalla presidenza del Consiglio a tutti i livelli coinvolti nel progetto ce la metteremo tutta".
Per l'Istituto Nazionale di Astrofisica è un "passo avanti"
L'annuncio della candidatura è "un importante passo in avanti per il nostro Paese", dichiara Marco Tavani, presidente dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), sottolineando che "la rete degli Enti di Ricerca italiani, compreso INAF, si conferma ancora una volta protagonista dell'eccellenza scientifica italiana nel mondo".
"L'Einstein Telescope (ET) sarà un'infrastruttura di Osservazione dell'Universo dalle straordinarie potenzialità di rivelazione di sorgenti di onde gravitazionali associate ai fenomeni più energetici del cosmo", afferma Tavani, "l'interesse di INAF per oggetti peculiari quali stelle di neutroni e buchi neri che saranno rivelati da ET è pluridecennale, sia dal punto di vista osservativo che teorico".
"L'enorme contributo dell'Astronomia alla scienza di ET, oltre a consolidare linee di ricerca precedenti, sarà focalizzato sulle osservazioni delle sorgenti di onde gravitazionali con telescopi da terra e dallo spazio utilizzando tutte le frequenze, dal radio all'ottico fino ai raggi X e gamma", prosegue il presidente dell'Istituto, "è questa un'attività di reazione rapida alle rivelazioni improvvise dei segnali gravitazionali che la comunità INAF sta già svolgendo e che sarà fortemente potenziata nell'immediato futuro nella prospettiva di realizzazione di ET".
"Quasi un centinaio di ricercatori e ricercatrici INAF partecipano attualmente alla preparazione di ET e al progetto ETIC nell'ambito del PNRR. In particolare, INAF è coinvolto nella definizione di parti opto-meccaniche del telescopio e nel potenziamento e sviluppo di strumentazione innovativa a multi-frequenza", conclude Tavani, "tra le infrastrutture osservative INAF è importante ricordare il potente radiotelescopio SRT in Sardegna che potrà essere collegato alle rivelazioni di ET in modo sinergico".