AGI - Nella prima mattinata di giovedì, le orche assassine si sono schiantate contro una barca a vela al largo della costa meridionale della Spagna, perforandone lo scafo e danneggiandone il timone. Non è la prima volta che accade al largo della Spagna o del Portogallo quest’anno, secondo quanto riferisce il Washington Post, che ha contato già circa una dozzina d’attacchi, specie dalle parti dello stretto di Gibilterra.
Secondo il Gruppo de Trabajo Orca Atlántica (Gtoa), associazione di ricerca che studia le orche assassine della regione il fenomeno degli attacchi è in aumento dal 2020. Che succede? Le ipotesi sono due: la prima è che le orche stiano giocando. Imparentate con i delfini tursiopi, esse “sono mammiferi marini molto intelligenti e curiosi” e “giocare per loro è solo un aspetto dell'imparare a essere dei predatori”, tant’è che questo loro modo di fare corrisponderebbe proprio “allo schema d’attacco” a cui gli esperti di balene hanno assistito quest'anno, secondo l’opinione di Alfredo López Fernandez, ricercatore dell'Università di Aveiro in Portogallo che opera con Gtoa.
Il punto è che le giovani orche “dopo aver appreso un nuovo comportamento spesso lo ripetono fino alla nausea”, il che significa che alla fine esse “s’inventano sempre qualcosa di nuovo e lo replicano", spiega López Fernandez. Così facendo finiscono addosso alle imbarcazioni, inconsapevolmente.
La seconda spiegazione presuppone invece un comportamento “alla Moby Dick”. Nel senso che si tratterebbe di un attacco voluto, volontario, messo in atto “per vendetta”. Scrive il Post: “Le orche al largo della costa iberica amano seguire i pescherecci per afferrare il tonno rosso prima che i pescatori lo tirino su, mettendo di conseguenza gli mammiferi a rischio di rimanere impigliati nelle reti o presi all’amo”, tant’è che spesso sono state avvistate orche assassine proprio in quelle acque “con le lenze appese ai corpi”. Secondo López Fernandez è dunque possibile che un'orca “abbia avuto un brutto scontro con una barca in passato e ora stia insegnando anche ad altre come attaccare le navi”, per ritorsione. Si tratta di una supposizione, mette le mani avanti l’esperto, perché di fatto "non sappiamo quale possa essere stato il fattore scatenante".
Nel 2011 al largo di Spagna e Portogallo sono state contate solo 39 orche e ciò fa sì che esse siano considerate in via d’estinzione dall'Unione internazionale per la conservazione della natura. Ma l’effetto dei ripetuti attacchi di barche da parte di tutti i tipi di balene e delfini in tutto il mondo, sottolineano gli esperti, fa s’ che “gli esseri umani siano una minaccia più grande per loro di quanto non lo siano loro per noi”. Chiosa in conclusione López Fernandez: “Tutto questo deve farci riflettere sul fatto che le attività umane, anche in modo indiretto, sono all'origine del comportamento delle orche”.