AGI - Il cervello, questo sconosciuto, ma sempre molto indagato. Il Washington Post si pone alcuni interrogativi sulla sua obsolescenza: ovvero, raggiunge il picco durante l'infanzia? Il suo decorso è tutto in discesa dopo i 30? Può un cervello di 65 anni tenere il passo con un adolescente?
Per saperne di più, un gruppo internazionale di ricercatori ha raccolto i dati della sua scansione, tratta da più studi sul caso, che rappresentano 101.457 cervelli in tutte le fasi della vita: da un feto di 16 settimane ai 100 anni del cervello più vecchio. Risultato?
Lo spessore della corteccia cerebrale, lo strato esterno rugoso del cervello, raggiunge il picco all'età di circa 2 anni: la regione è coinvolta in processi come la percezione, il linguaggio e la coscienza.
Il volume della materia grigia, che rappresenta il numero complessivo di cellule cerebrali, raggiunge il picco nell'infanzia intorno ai 7 anni.
La materia bianca, costituita dalle connessioni tra i neuroni che consentono alle regioni del cervello di comunicare rapidamente, raggiunge il suo volume più alto intorno ai 30 anni e inizia a diminuire nella tarda età adulta.
Il volume dei ventricoli, cavità piene di liquido all'interno del cervello, aumenta rapidamente con l'avanzare dell'età: una maggiore dimensione del ventricolo è stata associata ad alcune malattie neurodegenerative.
Secondo Jakob Seidlitz, coautore dello studio e ricercatore del Lifespan Brain Institute del Children's Hospital di Philadelphia, "le differenze assolute delle dimensioni delle caratteristiche sono in qualche modo prive di significato" ma "utili nella misura in cui mappano un riferimento per una data età, considerata la dinamicità dei processi". Emerge così che pure lo sviluppo del cervello diventa sempre più variabile man mano che invecchiamo e diverse sue parti raggiungono importanza in diversi momenti della vita. In sintesi, significa che “mentre il cervello è in gran parte impostato dalla nascita, il modo in cui le diverse sue parti comunicano tra loro cambia nel corso della vita”, riferisce il Post.
La buona notizia è che, a differenza di altre parti del corpo, “il nostro cervello è costruito per cambiare nel corso della vita, affrontando le sfide di ogni sua fase. Mentre nessuno può prevedere l'età esatta del suo sviluppo, in verità il cervello può cambiare con l’età: durante l’infanzia, ad esempio, i cervelli dei bambini sono “come spugne, che assorbono tutti i tipi di informazioni ambientali, in particolare dai genitori o da chi si prende cura di loro e nel primo anno di vita possono imparare qualsiasi lingua”.
Le età del cervello
Perciò, dai 2 ai 10 anni “il cervello si sposta verso l'apprendimento, che comporta sia il rafforzamento di connessioni importanti sia la diminuzione di quelle che non vengono utilizzate” e tra 10-19 anni “ci sono cambiamenti dinamici nelle reti cerebrali coinvolte nell'imparare a elaborare emozioni e motivazioni intorno a esperienze diverse, mentre gli adolescenti navigano nella vita che inizia ad allontanarsi dalla sicurezza della casa”.
Dai 20 ai 39, l’individuo entra nella “giovane età adulta” e le reti neuronali vengono continuamente affinate e adattate, ma “il cervello non ha affatto ultimato il suo sviluppo”. E man mano che progredisce tra i 30 e i 40, si pensa che la plasticità sinaptica adulta, o la capacità delle connessioni di rafforzarsi o indebolirsi in risposta ai cambiamenti d’attività, “cambi le priorità più che diminuire”. Tra i 40 e i 65 la vita si sposta verso ruoli più impegnativi, come carriera, cura della famiglia e trasmissione alla generazione successiva.
E dopo i 65…? “In tarda età, il cervello si riduce di dimensioni e può iniziare a degenerare”. Resta però inalterata “l’esperienza e la saggezza” accumulata nel tempo.