AGI - Il tempo? Il tempo vola, specie in internet. Il suo valore “non è assoluto”, frase che viene spesso attribuita a Einstein. Ma in Internet il suo valore è nullo. Quanti sono quelli che “scrollando” nel web hanno finito per perdere la cognizione del tempo? Ore, minuti gettati al vento alla ricerca di non si sa che.
Il rapporto Estado Móvil del 2022 assicura che trascorriamo, in media, almeno cinque ore assorti, con il collo piegato all’in giù, trascinando il dito sullo schermo. Un'attività che, secondo le ultime ricerche neuroscientifiche, “altera la nostra percezione del tempo che sentiamo sfuggirci dalle mani”, senza sapere il perché. Insomma, le ore passano in modo diverso quando navighiamo su Internet, è la conclusione cui sono approdati gli studi.
Professore di Neuroscienze Cognitive al Dartmouth College, Peter Tse, afferma: “La ricerca nel mio laboratorio mostra che gli eventi sembrano durare più a lungo quando prestiamo loro molta attenzione. Questo perché il cervello non ha un orologio per misurare il tempo e giudica dalle informazioni che ha elaborato. Quando prestiamo attenzione, elaboriamo più informazioni per unità di tempo", spiega, perché “c'è una percezione temporale che si basa sulla memoria”. Ovvero, tendiamo ad accumulare più informazioni e sentiamo che il tempo passa più lentamente quando facciamo qualcosa di nuovo, nel senso che “il ricordo delle attività di routine.
Secondo il professore, quello che ci accade su Internet è un mix, nel senso che "possiamo essere molto coinvolti in un videogioco, e in quel momento percepire che il tempo passa lentamente, ma poiché non stiamo guardando l'orologio e molte delle nostre azioni sono ripetitive, la nostra memoria ci dirà, retrospettivamente, che il gioco è passato molto velocemente". Instagram, ad esempio, assicura una raffica di notizie al minuto, “ma passiamo da una narrazione all'altra senza farci caso perché sembrano tutte troppo simili” e finiamo per ricordare a malapena qualcosa mentre l'esperienza dello scroll è quasi sempre la stessa. Un giorno sì e l’altro pure.
E nel frattempo il tempo vola va e non torna più. Così nella guerra dell'attenzione noi “saremo i grandi perdenti se continueremo a dedicare le nostre ore al vagabondaggio virtuale”, conclude lo studio. Forse è meglio riprendere il controllo. Di noi stessi e di internet.