AGI - Sviluppare tecniche di intelligenza artificiale per monitorare i cambiamenti del ghiacciaio Thwaites nell'Antartide occidentale. Questo l'obiettivo a cui è stato orientato uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, condotto dagli scienziati dell'Università di Leeds e dell'Università di Bristol. Il team, guidato da Anna Hogg, ha adattato un algoritmo di intelligenza artificiale ideato per identificare le cellule nelle immagini al microscopio per addestrarlo a riconoscere i crepacci o le fratture preoccupanti nel ghiacciaio. Il sistema, spiegano gli esperti, esamina le immagini satellitari per individuare indicatori di sollecitazioni che si accumulano nel ghiacciaio.
Thwaites rappresenta una zona molto importante della calotta glaciale antartica, perché contiene abbastanza ghiaccio per innalzare il livello globale del mare di circa 60 centimetri. Considerato a rischio di ripida ritirata, il ghiacciaio potrebbe minacciare le comunità costiere di tutto il mondo.
Il sistema di monitoraggio, continuano gli autori, potrebbe modellare in modo più accurato i rischi legati allo scioglimento del ghiaccio di Thwaites. Grazie all'apprendimento automatico, i ricercatori hanno istruito il computer a osservare le immagini satellitari e identificare i cambiamenti avvenuti nell'ultimo decennio. Raccolte dall'Agenzia spaziale europea, le misurazioni permettono di guardare oltre lo strato superiore di neve.
Una complessa interazione
Gli studiosi hanno scoperto che negli ultimi sei anni la lingua di ghiaccio di Thwaites ha accelerato e rallentato il ritmo di fusione del 40 per cento per due volte e hanno rilevato una complessa interazione tra la formazione di crepacci e la velocità del flusso di ghiaccio.
Secondo quanto emerso dal lavoro, infatti, quando il flusso di ghiaccio accelera o rallenta, tendono a formarsi pià crepacci, il che provoca un'alterazione nelle velocità del ghiaccio a causa della variazione dell'attrito tra il ghiaccio e la roccia sottostante.
"Tradizionalmente - afferma Hogg - si riteneva che i cambiamenti dinamici sulle piattaforme di ghiaccio avvenissero su scale temporali di decenni o secoli, ma il nostro lavoro mostra una frequenza molto più elevata. Questa ricerca evidenzia la necessità di elaborare nuovi modelli della calotta glaciale, in modo da tenere conto delle eventuali fratture del ghiaccio. Nei prossimi step, sarà opportuno cercare di capire se i cambiamenti a breve termine di Thwaites possano avere un impatto sulle dinamiche a lungo termine del ghiacciaio, o se rappresentano manifestazioni isolate del fatto che la piattaforma glaciale sia prossima alla sua fine".