AGI - Marte un pianeta morto? Nemmeno per idea. A riscrivere l'idea che gli scienziati si erano fatti del pianeta fino ad oggi è uno studio rivoluzionario che mostra il "pianeta rosso" in sommovimento, agitato, pronto a scoppiare. A rivelarlo è stata l'analisi di milioni di dati di diverse sonde orbitali e di decine di terremoti catturati da Insight, la navicella spaziale della Nasa vicina all'equatore del Pianeta rosso, la prima a registrare i movimenti sismici su Marte.
Le ultime eruzioni vulcaniche sono avvenute miliardi di anni fa e la maggioranza degli esperti ha ritenuto che da allora le viscere del pianeta siano praticamente immobili. Ma c’è di che ricredersi: il sottosuolo di Elysium Planitia, una delle più grandi pianure marziane, ospita un'area con attività vulcanica attuale che ha un diametro di circa 4.000 chilometri, simile a quello di tutta l'Europa occidentale. Ciò fa di Marte il terzo pianeta del sistema solare interno con vulcanismo attivo noto, insieme a Terra e Venere. Tant’è che secondo i ricercatori è plausibile l'esistenza di un enorme "pennacchio" che costituisce un grande condotto di roccia che collega il mantello interno del pianeta con la crosta esterna.
Scrive il Paìs a questo proposito: “Il pennacchio è tra i 100 ei 300 gradi più caldo rispetto al resto del pianeta, quindi nonostante sia allo stato solido, scorre lentamente verso l'alto” e “si pensa che la testa di questo pennacchio sia profonda tra i 25 e i 200 chilometri". Se arrivasse a circa 10 chilometri, la spinta potrebbe riscaldare la crosta fino a farla sciogliere, provocando un'eruzione di lava. L'elevata attività sismica catturata dalla navicella della Nasa indica che quest'area "è attiva" e che potrebbero già esserci depositi di lava nel sottosuolo, secondo gli autori dello studio pubblicato su Nature Astronomy.
Adrien Broquet, uno dei responsabili del lavoro, spiega che “in un altro studio del gruppo abbiamo trovato il caso più recente di vulcanismo nella storia di Marte: un piccolo deposito di cenere di circa 20 km di diametro proprio al centro del pennacchio del mantello. La sua età è di 50.000 anni, il che significa ‘ieri’ in termini geologici. Tutto questo ci dice che questa regione è attualmente attiva”.
“La nostra scoperta implica che potrebbe esserci un'eruzione su Marte, oggi o tra un milione d’anni circa, un tempo molto breve su questa scala", sottolinea Jeff Andrews-Hanna, l’altro coautore dell’importante studio-scoperta. Anche se si tratterebbe d’una forma di vulcanismo diverso da quello che avviene sulla Terra, “poiché qui ci sono placche tettoniche che si muovono come enormi zattere sul mantello, i pennacchi provocano eruzioni che creano catene di isole. Non esiste una tettonica a placche su Marte, quindi le possibili eruzioni sono concentrate in un unico punto”.
Le dimensioni della nuova zona vulcanica su Marte sono sbalorditive. I ricercatori hanno calcolato la quantità di lava liquida che il pennacchio potrebbe espellere in superficie riscaldando la crosta. La stima è un'eruzione simile a quella che ha creato l'altopiano del fiume Columbia, negli Usa, presso il punto caldo di Yellostone, che copriva un'area simile a metà della Spagna. In ogni caso, “il pennacchio del mantello scoperto su Marte è molto più grande di qualsiasi altro mai esistito sulla Terra, sebbene i suoi tempi di eruzione siano molto più lunghi perché Marte è più freddo e ha meno gravità, essendo più piccolo della Terra”, conclude il Paìs.