AGI - Uragani, piogge torrenziali, umidità diffusa e in aumento a causa del cambiamento climatico stanno producendo muffe in quantità tali da costituire “seri rischi per la salute dall'inalazione di spore nell'aria” e “uno dei costi più devastanti, alla lunga”. Specie in Florida.
Lo scrive il New York Times ma, soprattutto, lo afferma l'Agenzia federale per la gestione delle emergenze che dall’anno scorso ha ampliato la propria assistenza in caso di calamità per coprire la crescita delle muffe nelle abitazioni. Tant’è che “dall'inizio del programma ha già pagato 142,9 milioni di dollari a 95.000 famiglie, prima che si abbattessero sulle città gli uragani Fiona e Ian”.
Per esempio, in 20 anni d’attività in qualità di esperto in muffe nel sud della Florida, la ditta del signor Zuluaga ha ispezionato molte case dove non si è intervenuto e la muffa ha letteralmente ricoperto le pareti dal soffitto al pavimento, depositandosi su vestiti e lenzuola, diffondendosi attraverso i condotti, riferisce il Times. Così nelle prime 24 ore dopo l’uragano Ian, Zuluaga ha ricevuto 140 chiamate.
In Florida, si sa, gli uragani sono una costante. Così già a maggio, mesi prima che si sapesse che Ian, una delle tempeste più potenti nella storia recente degli Stati Uniti si sarebbe abbattuto sullo Stato, Zuluaga e il suo team hanno iniziato i preparativi preparando generatori portatili e carburante per alimentare la sua ampia rete di deumidificatori e ventilatori per asciugare le case umide quando la corrente viene a mancare. L’intervento deve essere immediato. È fondamentale che lo sia.
Scrive il Times: “Nel momento in cui le acque si ritirano o cessano le piogge, inizia il conto alla rovescia. Possono volerci 24 ore prima che la muffa attecchisca. Nelle 72 ore successive è già troppo tardi. Qualsiasi superficie satura, porosa o semiporosa - letto, armadietti da cucina - che non trattata dev’esser subito rimossa”. Non c’è soluzione.
Secondo il Times, tutte le case, “anche le più pulite”, hanno spore di funghi o muffe. Si aggrappano alle pareti o fluttuano sospese nell'aria. Ciò che separa una casa sana da una bisognosa di bonifica è l'umidità, che può far sì che le spore si nutrano e crescano senza controllo”. Esistono poi solide prove scientifiche che collegano la muffa alle crisi respiratorie tra cui dispnea, irritazione alla gola e peggioramento dell'asma. Probabili più diffusi tra i bambini, i malati d’asma.
Ed è anche una questione tuttora aperta nella ricerca accademica l’esistenza di una relazione tra esposizione alla muffa e danno neurologico. "È difficile da studiare perché molti di questi sintomi sono abbastanza aspecifici", afferma Karen Dannemiller, professore associato presso la Ohio State University il cui laboratorio studia la qualità dell'aria.
Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), il cambiamento climatico sta contribuendo a un aumento dell'intensità e della gamma di eventi meteorologici a causa delle piogge e dell’umidità più elevata, esponendo molte persone ai loro effetti.
Tant’è dopo l'uragano Katrina, nel 2005, gli ispettori del Cdc hanno scoperto che quasi la metà delle case che hanno ispezionato presentava una visibile crescita di muffe, che sono anche l'argomento più analizzato dal Centro nazionale per la salute ambientale