AGI - Scrive il quotidiano inglese The Guardian che “il pesce lanterna, tra i vertebrati più abbondanti sulla faccia della Terra, potrebbe essere l'ultima nostra risorsa e fonte di cibo”. Ma la sua cattura, si chiede il quotidiano, “rovinerà l’ecosistema del Pianeta?”
Di pesci lanterna ne esistono tuttavia circa 250 specie, e non solo sono i pesci più comuni nella zona crepuscolare degli oceani, ma anche i vertebrati più numerosi e tra i più abbondanti al mondo. Prima del 2010, studi basati su indagini con reti a strascico stimavano che la zona più profonda del mare contenesse circa una gigatonella (1 miliardo di tonnellate) di pesce, ma questa era probabilmente una sottostima, perché i pesci lanterna evitano d’essere pescati nuotando lontano dalle reti aperte. Ma un'indagine acustica del 2014 ha portato a nuove stime circa l'abbondanza di pesci nella zona profonda, compresa tra 10 e 20 gigatonnellate.
Si chiede però il Guardian: “La prospettiva di un raccolto così colossale ha sollevato una vecchia domanda: i pesci della parte profonda del mare potrebbero aiutare a sfamare una popolazione umana sempre in crescita?”
La risposta è che “è improbabile che i pesci lanterna arrivino direttamente nel nostro piatto: sono troppo grassi e pieni di ossa. Tuttavia, il loro alto contenuto di olio significa che potrebbero essere utilizzati per l'alimentazione animale, principalmente per gli allevamenti ittici”. Ma è stato suggerito che se fosse stata catturata solo la metà dei pesci stimati nella zona profonda dell’Oceano – ben 5 gigatonnellate – questa “potrebbe teoricamente essere trasformata in farina di pesce sufficiente per produrre 1,25 gigatonnellate di frutti di mare d'allevamento, che è molto di più dell'attuale pesca annuale di 0,1 gigatonnellate di pesce selvatico”.
Se così fosse, la domanda è: un obiettivo così virtuoso potrebbe garantire cibo per tutti? Nell’articolo si legge che recentemente sono in corso piani per studiare come rendere redditizia la pesca del pesce lanterna e che “l'Ue ha finanziato un progetto di ricerca quinquennale per studiare tali opportunità”. Nel 2017 la Norvegia ha rilasciato 46 licenze di pesca esplorativa.
Resta tuttavia un problema: per catturare abbastanza pesci lanterna, queste attività dovranno probabilmente utilizzare enormi reti a strascico a mezz'acqua e prendere di mira i pesci durante il giorno, poiché si raggruppano in grandi banchi che sono facili da individuare tramite il sonar. Le reti non toccheranno il fondo né frantumeranno coralli vecchi di più di 1.000 anni, ma mentre setacciano e filtrano l'acqua cattureranno altri animali - squali, delfini, tartarughe - che hanno già di per sé abbastanza problemi.
Secondo il Guardian l’esperienza recente “ci dice che quando la pesca industriale si espande in nuove regioni per catturare nuove specie, ci sono sempre effetti ambientali devastanti, e si chiede: “Lo stesso errore può essere evitato nella zona profonda dell’Oceano?”