AGI - È stata raccolta la prima prova in-situ della presenza di acqua sulla Luna, grazie ai segnali nei dati spettrali di riflettanza della superficie lunare acquisiti dal lander Chang’E-5 dell’Agenzia Spaziale Cinese.
Lo studio, pubblicato su Science Advances, è stato condotto da una collaborazione tra l’Istituto di Geologia e Geofisica dell’Accademia Cinese delle Scienze (IGGCAS), il National Space Science Center del CAS, l’Università delle Hawaii a Mānoa, lo Shanghai Institute of Technical Physics del CAS e l’Università di Nanchino.
Molte osservazioni orbitali e misurazioni di campioni completate nell’ultimo decennio hanno presentato prove della presenza di acqua (come idrossile e/o H2O) sulla Luna. Tuttavia, nessuna misurazione in situ è mai stata condotta sulla superficie lunare.
Il lander Chang’E-5 è atterrata su uno dei basalti più giovani, situato a una latitudine medio-alta sulla Luna, e ha restituito 1.731 g di campioni. Prima di campionare e riportare il suolo lunare sulla Terra, lo spettrometro mineralogico lunare (LMS) a bordo del lander ha eseguito misurazioni della riflettanza spettrale della regolite e di una roccia, fornendo così l’opportunità senza precedenti di rilevare l’acqua della superficie lunare.
L’analisi spettrale quantitativa ha indicato che il suolo lunare nel sito di atterraggio contiene meno di 120 ppm (parti per milione) di acqua, che è per lo più attribuita all’impatto del vento solare.
Ciò è coerente con l’analisi preliminare dei campioni Chang’E-5 restituiti. Al contrario, la roccia leggera e vescicolare che è stata analizzata ha mostrato un assorbimento molto più forte, corrispondente a una stima di circa 180 ppm di acqua, suggerendo così una fonte d’acqua aggiuntiva dall’interno della Luna.