AGI - I gatti domestici riescono a seguire la posizione del loro proprietario, tanto da restare sorpresi se la voce sembra provenire da un luogo diverso da quanto si aspettavano.
Questo curioso risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Plos One, condotto dagli scienziati dell’Università di Kyoto e della Sophia University, che hanno valutato la capacità di orientamento socio-spaziale nei gatti.
Il team, guidato da Saho Takagi, ha coinvolto un totale di 110 esemplari, che hanno partecipato a tre diversi esperimenti. Molti animali, spiegano gli autori, sono in grado di elaborare rappresentazioni mentali su dove si trovino gli altri esseri viventi.
Nel primo esperimento i ricercatori hanno posizionato un altoparlante all’esterno e uno all’interno di una stanza. I mici erano soli all’interno dell’ambiente e venivano esposti richiamo del proprio padrone proveniente dall’altoparlante esterno. Successivamente si azionava un secondo suono, che poteva provenire dallo stesso altoparlante o da quello all’interno della stanza, e riprodurre la voce del padrone o quella di uno sconosciuto.
Esplorando le quattro possibili combinazioni (luogo e voce uguali o diversi, alternativamente), gli esperti hanno scoperto che i gatti mostravano sorpresa e confusione quando la voce del padrone derivava dall’altro altoparlante, quello all’interno della stanza, dove gli animali non si aspettavano di trovare qualcuno.
I mici, deducono gli studiosi, erano pertanto in grado di riconoscere la voce del padrone e di immaginare la provenienza del richiamo, tanto da restare interdetti se la previsione si rivelava errata.
Nella seconda sessione di test gli scienziati hanno utilizzato miagolii, mentre per il terzo esperimento sono stati riprodotti stimoli uditivi e suoni non vocali. In questo caso i gatti non erano sorpresi dal luogo di provenienza del richiamo acustico.
“I nostri risultati – scrivono gli autori – suggeriscono che i gatti sono in grado di elaborare rappresentazioni mentali del loro proprietario anche quando non possono vederlo. Questi dati confermano che i nostri amici a quattro zampe hanno una capacità cognitiva socio-spaziale”.