AGI - Il declino delle comunità di uccelli sta provocando una significativa diminuzione nei suoni emessi dalle popolazioni restanti, che si esibiscono in performance più quiete e meno varie. Lo evidenzia uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, condotto dagli scienziati dell’Università dell’East Anglia, che hanno esaminato le registrazioni dei canti degli uccelli degli ultimi 25 anni per ricostruire i paesaggi sonori degli uccelli in Nord America ed Europa.
Il team, guidato da Simon Butler, ha raccolto record annuali di specie di uccelli e dati ottenuti dal monitoraggio da parte degli amatori in una serie di progetti di citizen science. In totale sono stati considerati oltre 200mila siti in 22 Paesi europei, in Canada e negli Stati Uniti. Gli autori hanno abbinato ogni specie di uccello alle sue vocalizzazioni e hanno prodotto un paesaggio sonoro composito per ogni sito ogni anno.
Stando ai risultati dell’indagine, si nota un calo nella complessità acustica degli ambienti a causa della riduzione della ricchezza e dell’abbondanza delle specie di uccelli. I vari paesaggi sembrano essere diventati più silenziosi e meno vari nelle performance degli animali.
Gli esperti sottolineano che saranno necessari ulteriori sforzi di conservazione per prevenire un ulteriore deterioramento dei paesaggi sonori naturali, il che potrebbe essere legato anche al benessere umano. Le attività antropiche hanno causato una diminuzione rilevante delle popolazioni di uccelli e della biodiversità di moltissime specie. I paesaggi sonori naturali, concludono gli studiosi, svolgono un ruolo chiave nel mantenere un legame con l’ambiente e il canto degli uccelli contribuisce significativamente al grado di rilassamento e coinvolgimento emotivo di queste situazioni.