AGi - Oltre agli adulti, anche i bambini e gli adolescenti sono spesso colpiti dal post-Covid: i sintomi e le malattie più documentati includono malessere, affaticamento improvviso, tosse, mal di gola e dolore al petto, ma anche ansia e depressione.
Negli adulti, più comuni la perdita del gusto, febbre, tosse e problemi respiratori. Inoltre, a tre mesi dall’infezione, i pazienti che hanno avuto il Covid-19 avevano maggiori probabilità di avvertire nuovi sintomi di malessere fisico e psicologico, rispetto a quelli sani.
A rilevarlo, è il primo studio basato sui dati forniti dalle assicurazioni sanitarie, coordinato dal Centro per l’assistenza sanitaria sull’evidenza (ZEGV) presso l’Ospedale universitario di Dresda e il Robert Koch Institute. I risultati sono stati pubblicati in un preprint sulla rivista EpidBull.
“A livello internazionale, questo è uno dei primi e più grandi studi di coorte controllati sul post-covid. L’analisi ha incluso i dati di oltre 150.000 individui a cui è stato diagnosticato il covid-19 da un laboratorio medico nella prima metà del 2020, di cui 12.000 bambini e adolescenti. Per ogni persona infetta, sono stati inclusi nello studio cinque assicurati non infetti di età e sesso comparabili e con condizioni mediche preesistenti comparabili per un periodo di follow-up simile.
Il primo studio sul post Covid
Gli individui infetti e non infetti sono stati raccolti in relazione a 96 sintomi e condizioni predefinite, che sono state documentate tre mesi dopo la data di infezione/inclusione nello studio. L’ampio database dei nostri partner e la procedura metodica innovativa hanno fornito per la prima volta conclusioni affidabili sulle conseguenze a lungo termine del covid-19 nei bambini e negli adolescenti”, ha affermato Jochen Schmitt dell’Ospedale Universitario di Dresda.
Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere i collegamenti tra covid-19 e queste malattie. “Le future analisi dovrebbero concentrarsi sulla persistenza di possibili problemi di salute tra i partecipanti allo studio”, aggiunge Martin Rößler dell’ospedale universitario di Dresda. I dati utilizzati per lo studio sono presi da fatture e documenti che vanno dal 2019 al 2020 di circa 38 milioni di assicurati pubblici di AOK Bayern, AOK PLUS Sachsen e Thüringen, BARMER, DAK-Gesundheit, Techniker Krankenkasse.