AGI - Che il sale faccia male era noto. Ma ora, una meta-analisi condotta da un gruppo internazionale di ricercatori coordinato dalla Sezione di Sanità Pubblica del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze (BMN) dell'Università di Modena e Reggio Emilia, ha mostrato che anche piccole dosi di sodio al giorno possono far aumentare la pressione sanguigna.
I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Circulation. Il progetto, ed è questa la sua principale novità. ha applicato una nuova metodologia statistica, la cosiddetta one-stage meta-analysis, allo studio dell'effetto dell'assunzione di sale, e specificatamente di sodio, sui livelli di pressione arteriosa sia nei normotesi che negli ipertesi, consentendo l'evidenziazione di associazioni 'non-lineari' a differenza di tutte le meta-analisi precedenti basate sull'analisi delle sole tendenze lineari o sul paragone tra categorie espositive elevate e ridotte, penalizzando in tal modo una descrizione compiuta di tale associazione.
"Le analisi precedenti - spiega Marco Vinceti, ricercatore che ha coordinato lo studio - pensavano (come tante analisi più in generale su altre problematiche) che la relazione tra un fattore (della dieta come in questo caso cioé il sodio o qualsiasi altro nutriente o farmaco o sostanza tossica) e un esito sanitario fosse direttamente interpretabile in un grafico con una linea retta. In natura le cose spesso non stanno così. Uno dei meriti dell'analisi che abbiamo utilizzato è la sua capacità di descrivere relazioni appunto 'non-lineari' e ben più complesse di quelle lineari a linea retta, come le relazioni 'con soglia', a 'U', etc.".