AGI - Sempre più vicini nel cielo serale, i due pianeti giganti Giove e Saturno stanno regalando uno spettacolo ogni giorno più suggestivo a chiunque riesca, complice il cielo sereno, a guardare verso sud-ovest poco dopo il tramonto. Iniziato già da mesi, il lungo avvicinamento culminerà nella “grande congiunzione” di lunedì 21 dicembre: per un effetto prospettico i due corpi celesti, in realtà distanti centinaia di milioni di chilometri l’uno dall’altro, appariranno separati da solo un decimo di grado, un quinto del diametro della luna piena nel cielo.
A occhio nudo saranno quasi indistinguibili l’uno dall’altro, ma già utilizzando un binocolo o un piccolo telescopio sarà possibile risolvere i due pianeti e anzi osservarli – occasione davvero unica – nello stesso campo di vista. Giove e Saturno si avvicinano regolarmente nelle loro orbite ogni vent’anni circa, ma non tutte le congiunzioni producono effetti tanto spettacolari per noi che osserviamo dalla Terra.
L’ultima congiunzione così ravvicinata è avvenuta circa 400 anni fa, il 16 luglio 1623. In quell’occasione, secondo i calcoli, i due pianeti si trovavano però troppo vicini al Sole nel cielo per poter essere osservati. Occorre risalire al basso medioevo, precisamente al 4 marzo 1226, per ritrovare un evento celeste di simile portata, potenzialmente visibile nei cieli terrestri.
"Pensiamo all'emozione di un Galileo se puntasse oggi il suo telescopio sulla coppia Giove-Saturno in incredibile congiunzione", commenta Marco Tavani, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. "All'epoca, 13 anni prima della ultima grande congiunzione del 1623, Saturno gli apparve "triplice" e incomprensibile (non poteva distinguere la forma degli anelli che deformavano la struttura puntiforme del pianeta). Invece Giove si rivelò con i suoi piccoli "satelliti", un mirabolante sistema planetario in miniatura che nessuno aveva anticipato e che dimostrava che i pianeti potevano essere dotati di "lune", addirittura quattro.
Un gesto apparentemente "inutile" quello di Galileo: puntare uno strumento ottico amplificatore non sulla terra o alla ricerca di navi lontane ma in cielo. Un gesto "inutile" che ha cambiato la nostra vita, scienza allo stato puro che cambia l'umanità. In meglio". Lo spettacolo astronomico sarà tanto imperdibile quanto fugace: i due pianeti restano visibili meno di due ore prima di scomparire dietro la linea dell’orizzonte, e già dalla sera successiva cominceranno di nuovo ad allontanarsi lentamente nel cielo, procedendo lungo le loro orbite.
Per l’occasione, che si ripeterà solo nel 2080, alcune sedi INAF distribuite in tutta la penisola – Bologna, Roma, Padova, Palermo e Trieste – hanno unito le loro forze e realizzeranno in diretta l’evento “Giove e Saturno: l’incontro dei giganti”, che sarà possibile seguire a partire dalle 17:00 di lunedì 21 dicembre sui canali Facebook e YouTube dell’Inaf. Durante la diretta streming saranno trasmesse le osservazioni della congiunzione planetaria, effettuate dai vari osservatori coinvolti, insieme a immagini raccolte in questi giorni, tutto con il commento delle astronome e degli astronomi dell’INAF.
Gli approfondimenti spazieranno dalla rilevanza storica di questo evento celeste, che si verifica peraltro il giorno del solstizio d’inverno, alle scoperte più recenti nel campo della fisica planetaria, scoperte rese possibili grazie a numerosi strumenti all’avanguardia, da terra e dallo spazio, alla cui realizzazione l’INAF partecipa.
Non mancherà anche un riferimento tutto Natalizio visto che una delle ipotesi più accreditate per spiegare la “Stella di Betlemme” sarebbe proprio una di queste congiunzioni, avvenuta nel 7/6 A.C.. Non resta che sperare in cieli sereni e lasciare che la meccanica celeste faccia il suo corso.