AGI - Le restrizioni imposte dai genitori sul limitare l’uso dei dispositivi elettronici e della tecnologia sortiscono effetti poco duraturi nell’età adulta. A rivelarlo uno studio, pubblicato sulla rivista Advances in Life Course Research, condotto dagli esperti dell’Università del Colorado a Boulder, che hanno intervistato un campione di partecipanti adolescenti per esaminare l’evoluzione dell’utilizzo della tecnologia digitale dall’infanzia all’età adulta.
“Tutti i bambini cresciuti nell’era di Internet hanno ricevuto almeno un ammonimento sull’uso dei dispositivi elettronici – afferma Stefanie Mollborn, dell'Università del Colorado a Boulder – i genitori sono tendenzialmente preoccupati che i figli possano sviluppare una dipendenza dalla tecnologia, ma abbiamo scoperto che la relazione tra uso precoce e approccio successivo alla tecnologia è piuttosto debole”.
Il team ha intervistato dozzine di giovani adulti, di età compresa tra i 18 ei 30 anni, confrontando i dati con un sondaggio nazionale per cui erano stati arruolati circa 1.200 partecipanti, seguiti dall’adolescenza all’età adulta.
“Con la diffusione della pandemia – prosegue l’esperta – si osservato un drastico incremento dell’uso della tecnologia per via dei milioni di studenti che hanno usufruito della didattica a distanza. Dal 1997, tuttavia, il tempo trascorso con la tecnologia digitale è aumentato del 32 percento tra i bambini di età compresa tra 2 e 5 anni e del 23 percento tra i giovani di età compresa tra 6 e 11 anni”.
La scienziata riporta che già prima del coronavirus, gli adolescenti trascorrevano 33 ore a settimana utilizzando la tecnologia digitale al di fuori della scuola. “Il nostro studio – commenta Joshua Goode, studente di dottorato in Sociologia e seconda firma dell’articolo – dovrebbe rassicurare i genitori preoccupati del tempo trascorso dai ragazzi davanti agli schermi. Abbiamo scoperto che le limitazioni imposte dagli adulti non hanno molto effetto sul modo in cui, crescendo, le persone utilizzavano la tecnologia”.
Gli autori riportano che i soggetti che da ragazzi avevano trascorso poco tempo davanti agli schermi tendevano a usare la tecnologia in misura leggermente minore. “Gli studenti universitari tendono a credere di usare la tecnologia in misura maggiore rispetto agli anni precedenti – continua Mollborn – e immaginano di diminuire il rapporto con i dispositivi elettronici nel futuro. Anche tra i genitori giovani il ricorso alla tecnologia è piuttosto massiccio, ma questo non sembra portare direttamente a problematiche particolari”.
Gli scienziati sottolineano tuttavia che l’uso eccessivo può determinare svantaggi, ad esempio gli adolescenti che utilizzano molti videogiochi tendono a fare meno attività fisica, ma l'uso della tecnologia digitale non sembra collegato a disturbi del sonno tra gli adolescenti, come alcuni avevano temuto, riportano gli esperti.
Il gruppo di ricerca ha anche intervistato adolescenti e genitori per valutare il rapporto con la tecnologia durante la pandemia. “È interessante sottolineare che ora gli adulti sono più favorevoli alla tecnologia rispetto a qualche tempo fa – sostiene Mollborn – perché ritengono che la digitalizzazione sia l’unico mezzo per assicurare socializzazione ai giovani”.
“I ragazzi stanno sostituendo le forme di tecnologia – conclude Goode – aumentando le visualizzazioni su YouTube e diminuendo il tempo trascorso a guardare la televisione, ma questo non implica la dipendenza dalla tecnologia. Il nostro studio suggerisce che la maggior parte degli adolescenti americani non sta diventando irrevocabilmente dipendente dalla tecnologia. È un messaggio di speranza”.