AGI - L’analisi degli anelli degli alberi a Norilsk nell'Artico russo della Siberia settentrionale rivela che gli effetti diretti e indiretti dell’inquinamento industriale nella regione sono peggiori di quanto si pensasse in precedenza. Questo il risultato di uno studio, pubblicato sulla rivista Ecology Letters e condotto dagli esperti dell’Università di Cambridge, che hanno combinato misurazioni della larghezza dell’anello e della chimica del legno arboreo, valutando esemplari vegetali vivi e non, considerando le caratteristiche del suolo e la modellazione computerizzata per effettuare modelli e stime della gravità dell’inquinamento nella regione.
“Il danno causato da decenni di estrazione di rame e nichel – afferma Ulf Büntgen del Dipartimento di geografia presso l’Università di Cambridge – ha devastato la zona locale, ma ha anche influenzato il ciclo globale del carbonio. L’entità dell’impatto sulla foresta boreale, il più grande bioma terrestre del pianeta, si rende evidente grazie agli alberi a Norilsk, dove il decesso ha interessato esemplari con un raggio di circa 100 chilometri”.
L'estrazione intensiva del nichel
L’esperto spiega che l’estrazione intensiva dai massicci depositi di nichel, rame e palladio non è stata normata adeguatamente dagli anni ’30 e ha reso Norilsk, la città più a nord del mondo, uno dei luoghi più inquinati della terra. “Norilsk è responsabile della distruzione diretta di circa 24mila chilometri quadrati di foresta boreale dagli anni '60 – continua l’autore – e gli esemplari arborei sopravvissuti riportano gravi conseguenze. Nonostante il legame tra inquinamento e salute delle foreste sia ben noto, non siamo riusciti a spiegare il problema della divergenza nella dendrocronologia, o studio degli anelli degli alberi”.
Il ricercatore spiega che esiste un disaccoppiamento della larghezza degli anelli degli alberi dall'aumento della temperatura dell'aria osservata dagli anni ’70. Il team ha pertanto utilizzato il più grande set di dati di anelli di alberi di alberi per ricostruire la storia e l'intensità del deperimento forestale di Norilsk.
“Grazie alle informazioni ricavate – afferma Alexander Kirdyanov, collega e coautore di Büntgen – possiamo notare gli effetti del disastro ambientale incontrollato di Norilsk negli ultimi nove decenni”. Gli scienziati hanno utilizzato un modello avanzato basato sul processo di crescita degli alberi boreali per dimostrare che l'oscuramento artico dagli anni '70 ha sostanzialmente ridotto la crescita degli alberi.
L'oscuramento artico
“L’oscuramento artico è un fenomeno provocato dal particolato nell’atmosfera terrestre – spiega Kirdyanov – e blocca parzialmente la luce solare, rallentando il processo di evaporazione e interferendo con il ciclo idrologico. Il nostro studio mostra che i livelli di inquinamento nell'atmosfera diminuiscono la capacità degli alberi di trasformare la luce solare in energia attraverso la fotosintesi”.
Questo, specificano gli esperti, compromette la capacità della specie arborea di crescere sana e in forza. “Siamo rimasti davvero sorpresi – conclude Büntgen – dalla dilagante diffusione degli effetti dell’inquinamento industriale. E sappiamo che dobbiamo cercare di intervenire perché i livelli di inquinamento nelle alte latitudini settentrionale potrebbe provocare impatti sull’intero ciclo globale del carbonio. Questo ci ricorda quanto sia vulnerabile e sensibile la foresta boreale”.