Alcune piante sono in grado di modificare il proprio odore e utilizzare un “mimetismo olfattivo” per evitare di essere mangiate dagli insetti. Lo hanno scoperto gli esperti dei Royal Botanic Gardens, che hanno pubblicato un articolo sulla rivista Science per rendere noti i risultati del loro studio.
“Sappiamo che le piante comunicano tramite il rilascio di determinati odori e composti organici volatili, che possono essere captati dagli insetti come indizi sull’edibilità, la tossicità e la commestibilità di un vegetale, ma secondo la nostra ricerca le piante hanno sviluppato la capacità di ingannare gli insetti e nascondersi al loro olfatto”, spiega Phil Stevenson, dei Royal Botanic Gardens.
“Questo passaggio evolutivo dovrà portare gli insetti a reagire di conseguenza per essere più precisi nella loro ricerca di cibi adatti. Gli odori facilmente distinguibili sono un vantaggio per gli erbivori, ma uno svantaggio per i vegetali. Pensiamo alle piante aromatiche: siamo in grado di distinguere benissimo l’odore dell’origano, del rosmarino o del basilico, si tratta di aromi inconfondibili”, osserva il ricercatore, aggiungendo che il modo in cui avviene la trasmissione di informazioni sulla chimica che lega insetti e piante è ancora un campo poco esplorato, per questo il suo team ha raccolto dati sulle interazioni tra piante e insetti, allo scopo di approfondire le conoscenze relative a questi particolari fenomeni.
“Abbiamo analizzato i segnali odorosi di piante endemiche di Chamela, una foresta tropicale secca in Messico che ospita una grande biodiversità di specie, in relazione ai comportamenti degli insetti e dei principali erbivori che potrebbero rappresentare una minaccia per le piante”, prosegue ancora l’esperto. “Secondo i nostri risultati queste interazioni guidano la coevoluzione dell’ecologia insetto-pianta: se gli insetti hanno il vantaggio evolutivo di identificare i pochi segnali chimici e le informazioni che trasmettono, le piante possono aggiungere un numero variabile di segnali per confondersi con l’ambiente circostante”, conclude Stevenson, precisando che tutto ciò implica che ogni sostanza chimica prodotta dalle piante gioca un ruolo fondamentale per il benessere dell’organismo vegetale.