In un noto acquario australiano i pesci hanno iniziato a mostrare segni di depressione dopo che la struttura è stata chiusa al pubblico a metà marzo a causa delle misure restrittive legate alla pandemia da Covid-19. Lo sostengono i biologi marini del Cairns Aquarium nel Queensland, in Australia, in un'intervista rilasciata alla ABC News, raccontando di come alcuni esemplari siano diventati letargici e apatici a causa dell'assenza di interazione con i visitatori.
"Una cernia di nome Chang ha mostrato inappetenza per diverse settimane. Molte persone non si rendono conto che gli animali traggono beneficio dai rapporti con gli esseri umani oltre le teche", spiega Paul Barnes, curatore e biologo marino di Cairns Aquarium. "I pesci sono animali curiosi, apprezzano le cose nuove da guardare, per questo la gestione dell'acquario ha deciso di assumere un sub per nuotare con loro. Agli squali zebra piace essere coccolati, come ai cagnolini", afferma Daniel Leipnik, amministratore delegato di Cairns.
"La neurochimica dei pesci in realtà e' molto simile a quella umana, è impressionante", commenta Julian Pittman della Troy University, aggiungendo che la manifestazione di atteggiamenti depressivi potrebbe essere dovuta alla fluttuazione della serotonina e della dopamina, come avviene anche agli esseri umani. "Nei miei esperimenti uso spesso alcuni pesci per testare l'efficacia degli antidepressivi: se il farmaco è efficace, l'animale nuota fino ai bordi della vasca, altrimenti tende a isolarsi in un angolo", afferma Pittman.