Giornale di bordo 2020. "L'impossibile è successo": iniziava così "Oltre la galassia", il primo episodio di Star Trek. Era il 1966 e nell'esordio della serie tv, il capitano James Tiberius Kirk annotava: "Abbiamo raccolto il messaggio di pericolo di una navicella scomparsa oltre due secoli fa". Più di 200 anni ha l'Osservatorio astronomico di Palermo, istituzione di ricerca dalla lunga tradizione, una intuizione datata 1792. Trentotto dipendenti, ricercatori, docenti, tecnici, un ricco stuolo di studenti e dottorandi, una scuola di eccellenza competitiva di respiro internazionale, spazio di attrazione gravitazionale di cervelli. Una 'navetta' dell'AGI ha esplorato la 'stazione spaziale' di Palazzo dei Normanni e conosciuto i suoi figli delle stelle.
NUOVE ROTTE
Scalpore ha fatto la scoperta - che ha radici piantate da queste parti - di tre esopianeti, cioè pianeti attorno a stelle diverse dal Sole. Cacciatori di pianeti, dunque? Molto di più... cacciatori di vita sui pianeti. L'Osservatorio, tra le punte di diamante dell'Istituto nazionale di astrofisica, lancia chiari segnali di vitalità e ripartenza a prova di coronavirus.
Sempre più coinvolto in alcune delle più importanti missioni, come fosse una nuova classe di Enterprise immersa in nuove rotte, in perenne moto tra la Terra e il resto dell'universo, il cui equipaggio febbrilmente fa ricerca, esperimenti, formazione e divulgazione, realizza strumentazione di precisione, forte di efficienti laboratori. Vista da qui la Fase 2 o 3 che sia - il 'ri-lancio' - c'è già. Per dirne una, l'Osservatorio è la guida italiana del progetto Ariel dell'Agenzia spaziale europea che si inserisce in pieno nella nuova frontiera di ricerca degli esopianeti.
IL FATTORE X DELLA SICILIA PILOTA
Frutto della visione di Pippo Vaiana a cui è stato dedicato, l'Osservatorio è una sofisticata officina che lo scienziato siciliano ha rilanciato quando è atterrato nel 1976, avviando un filone nuovo, l'astronomia dei raggi X che punta a investigare i fenomeni d'alta energia. Proveniva dal Center for Astrophysics di Harvard dove aveva lavorato a fianco del Nobel Riccardo Giacconi, parte del Dream Team dei telescopi X.
Ebbene, Vaiana scelse Palermo rimettendola al centro dell'astrofisica italiana e non solo. Così, nel 2028 sarà lanciata Ariel, telescopio avanzatissimo puntato sui pianeti extrasolari e sulla loro atmosfera, per confrontarli con il nostro e verificare se ci siano condizioni di abitabilità. Palermo, nella cabina di pilotaggio, ha la responsabilità del telescopio avanzato, dell'elettronica di bordo e anche un ruolo scientifico importante. Il capitano, cui tocca stilare il diario di bordo, è Giuseppina Micela.
Tra le storiche volte del Palazzo Reale e il laboratorio di via Ingrassia le donne sono tante e hanno un ruolo cruciale, figlie delle stelle a tutto tondo. Si prenda l'astrofisica Laura Affer, da ragazzina fan di "Spazio 1999", oggi con all'attivo la scoperta di tre esopianeti. Mica facile. Nell'ultimo caso, quattro anni di osservazioni e analisi dei dati raccolti con lo spettrografo installato sul telescopio nazionale Galileo di La Palma, nelle Canarie, hanno portato la ricercatrice a individuare una superterra, una massa rocciosa sette volte maggiore rispetto a quella della Terra, intorno a una nana rossa - stella di piccola massa e relativamente fredda - distante 26 anni luce.
CERERE, UNA NUOVA ALBA
Accade in un contesto storicamente vocato alla scoperta. Cerere è il nome dell'asteroide la cui esistenza era stata a lungo sospettata tra le orbite di Marte e Giove e che fu scovato nel capodanno del 1801 dall'abate Giuseppe Piazzi, primo direttore dell'Osservatorio. Un lunga storia che ha avuto un punto di arrivo nel 2018, con la conclusione della missione della sonda spaziale Dawn della Nasa, a cui hanno dato un importante contributo l'Agenzia spaziale italiana e l'Inaf.
Dawn, "alba", ha studiato l'infanzia del nostro Sistema solare per scoprirne origini ed evoluzione. Lanciato nel settembre 2007 da Cape Canaveral, Dawn è stato l'unico veicolo spaziale ad aver orbitato attorno a due corpi celesti distinti nello spazio profondo: l'asteroide Vesta e, appunto, il pianeta nano Cerere, il cui studio ha fornito molte indicazioni sulla formazione del Sistema solare, con l'importante identificazione di ghiaccio di acqua sulla superficie di Cerere. Un cerchio che si chiude.
PROPULSIONE A CURVATURA
Fino al 1995 si conoscevano solo gli otto pianeti del sistema solare. In pochi lustri questa visione è stata completamente rivoluzionata: si sono scoperti circa 4 mila pianeti attorno a stelle diverse dal sole.Il nostro sistema solare, insomma, non è l'unico né appare l'unico tipo possibile. Dobbiamo farcene una ragione ed è la sostanza di una straordinaria sfida. Che è essenzialmente al fondo della vera domanda, dalla valenza quasi metafisica: esiste la vita altrove? Oltre la Terra, oltre la Via Lattea? Di nuovo a bordo di questa ideale Enterprise, tocca innescare la propulsione a curvatura per il più avvincente dei viaggi interstellari.
PLATO 2026, NANE ROSSE E SUPERTERRE
C'è un obiettivo prossimo. Si tratta della terza missione scientifica di classe media selezionata dall'Agenzia spaziale europea. Plato è un satellite munito di 26 piccoli telescopi dedicato alla ricerca di pianeti extrasolari intorno a stelle brillanti. La data di lancio 2026 e uno dei responsabili è Isabella Pagano, dell'Osservatorio Astrofisico di Catania. Osserverà un gran numero di stelle e sarà cruciale per progredire nella fisica degli esopianeti e nella fisica stellare.
C'è un coinvolgimento italiano, tra l'Agenzia spaziale italiana, Catania, Padova e Palermo, per la strumentazione e la selezione delle stelle dove si troveranno i pianeti. Queste saranno scelte sotto la responsabilità di Giampaolo Piotto, dell'Università di Padova, e saranno divise in quattro tipologie di cui una sotto la responsabilità della ricercatrice di Palermo Loredana Prisinzano, che spiega: "Lavoro alla selezione delle stelle più piccole che osserverà Plato, stelle rosse, le più interessanti dal punto di vista della ricerca di un pianeta simile alla Terra. Così, stiamo lavorando attivamente per un telescopio in grado di scoprire nuovi pianeti extrasolari".
Mentre Ariel nel 2028 studierà pianeti già noti, Plato andrà a caccia di nuovi pianeti. "Si vuole, insomma - aggiunge Prisinzano - andare a cercare altri sistemi, molto simili al nostro. Perché lo scopo è sempre lo stesso: rispondere alla domanda se esista la vita oltre la Terra". Il direttore dell'Osservatorio, Fabrizio Bocchino, la dice in questo modo: "La scoperta degli esopianeti ha smontato l'idea che il nostro sistema solare sia il prototipo di tutti i sistemi stellari. La fantasia dello spazio è molto più vasta.
E' stata la prima tappa di una rivoluzione che apre alla possibilità che la vita abbia origini diverse e che vi siano pianeti che possano ospitarla. Quando si scopriranno biomarcatori, indicatori dell'esistenza della vita, per l'uomo sarà la vera rivoluzione".
ARIEL 2028, I MILLE
E' la missione, selezionata dall'Agenzia spaziale europea e dedicata allo studio delle atmosfere dei pianeti in orbita attorno a stelle distanti. Ariel verrà lanciata nel 2028 e nell'arco di quattro anni osserverà oltre mille esopianeti, realizzando un vero e proprio censimento della composizione chimica delle loro atmosfere. I dati raccolti permetteranno di rispondere a domande fondamentali sulla formazione ed evoluzione dei sistemi planetari e se possano esistere attorno ad altre stelle sistemi planetari simili al nostro.
"In questa missione - spiega la Giuseppa Micela - mettiamo insieme la ricerca e l'aspetto industriale. La tecnologia che c'è nelle missioni spaziali è sempre alla frontiera, cioè non è mai tecnologia disponibile". In Italia siamo responsabili del telescopio, in particolare la parte più innovativa, lo specchio primario, ellissoidale, 110 centimetri per 70, interamente in alluminio: "Dovrà lavorare in condizioni spaziali che sono piuttosto dure, a temperature molto basse. I telescopi in alluminio si fanno sulla Terra, ma per lo Spazio i telescopi grandi non sono mai stati fatti in alluminio. Lo realizza una ditta in Lombardia coordinata da Palermo".
ATHENA 2030, VIAGGIO NELLO SPAZIO-TEMPO
"C'è grande aspettativa su Ariel", sottolinea il direttore Bocchino, così come su Athena, missione di classe large, "a cui contribuiamo anche noi". Acronimo di Advanced Telescope for High Energy Astrophysics, è la seconda missione di classe large dell'Esa e sarà il grande osservatorio di Astrofisica in raggi X della prossima generazione, con lancio previsto nel 2030, dando all'Europa la leadership nel settore.
Athena svelerà la formazione e l'evoluzione delle sorgenti piú energetiche e calde, buchi neri, lampi gamma, sorgenti di onde gravitazionali, oscillazioni dello spazio-tempo, fino all'epoca in cui si sono formate le prime stelle super-massicce. Per esplorare l'Universo profondo nei raggi X, Athena disporrà di strumentazione avanzatissima, combinando un telescopio di grande area con due strumenti di piano focale.
Il viaggio, anche se parte da lontano, è appena iniziato, così come l'esplorazione delle infinite possibilità di futuro, di conoscenza e, chissà, di incontro. Una potenzialità che contiene una visione, suggerita dal saluto-benedizione dei vulcaniani e consegnataci dal Signor Spock, primo ufficiale dell'Enterprise: il diritto a essere diverso e anche opposto alla persona che si ha di fronte, l'invito alla combinazione delle differenze per un vantaggio reciproco. A bordo, allora, lungo le "correnti gravitazionali" cantate da Battiato, lo spazio e la luce per non farci invecchiare.
Lunga vita e prosperità.