Se in primavera percepiamo un odore particolare lo dobbiamo a un batterio chiamato streptomyces, che produce un composto chimico conosciuto come geosmina, dall'inconfondibile aroma terroso che gli esseri umani associano alla bella stagione. Questi i risultati dello studio pubblicato su Nature Microbiology e condotto dagli esperti del John Innes Centre di Norwich. I ricercatori hanno analizzato il batterio streptomyces associando la sostanza che produce all'odore della primavera. "Abbiamo elaborato una serie di esperimenti, usando questi batteri come esca per insetti e scoperto che proprio gli streptomyces producono la geosmina dall'inconfondibile aroma terroso, che attira i vermi", spiega Mark Buttner, del John Innes Center.
"Il rapporto è molto semplice: i vermi si nutrono dei batteri e vengono ricoperti dalle spore che li aiutano a riprodursi. Gli streptomyces producono anche una serie di composti organici, tra cui degli antibiotici piuttosto potenti. La relazione simbiotica tra queste due specie risale a più di 450 milioni di anni fa ed è stata descritta come un'abitudine stagionale", prosegue il ricercatore, aggiungendo che la natura è colma di interazioni di questo tipo, come gli uccelli che mangiano i frutti delle piante, e allo stesso tempo distribuiscono semi.
"Abbiamo posizionato degli insetti in alcuni tubi a forma di Y, alcuni contenenti i batteri e altri sostanze neutre. Grazie all'utilizzo di elettrodi applicati alle antenne degli insetti siamo stati in grado di monitorare le risposte alle diverse molecole incontrate", spiega ancora Buttner. Il suo team ha confermato che gli insetti erano fortemente attratti dall'odore della geosmina. "Gli insetti hanno inoltre sviluppato degli enzimi in grado di annullare la pericolosa azione antibiotica provocata dalle sostanze secrete dai batteri. Il che accentua ancor di più la relazione simbiotica tra le due specie. Questo studio conferma l'importanza degli insetti nella catena alimentare, e in particolare nel ciclo di vita degli streptomyces, una delle fonti più importanti di antibiotici noti alla scienza", concludono i ricercatori.