La missione ESA/JAXA BepiColombo ha completato il suo primo sorvolo il 10 aprile, quando il veicolo spaziale si è avvicinato a meno di 12.700 km dalla superficie della Terra alle 06:25 del mattino, spostando la sua traiettoria verso la destinazione finale, Mercurio. Le immagini raccolte subito prima del suo approccio più vicino ritraggono il nostro pianeta brillare nell’oscurità, durante uno dei momenti più difficili per l’umanità in tempi recenti.
Il satellite dovrà sopportare temperature superiori ai 300 gradi, con escursioni locali sul riflettore dell’antenna che supereranno i 400. Tuttavia, l’elettronica e gli strumenti del veicolo spaziale dovranno operare a temperature che oscillano tra i 0° e i 40°. È stato pertanto necessario sviluppare materiali e dispositivi all’avanguardia tecnologica, specifici per tutti gli elementi esposti, quali i pannelli termici, il radiatore termico, le antenne e i meccanismi di puntamento.
A livello industriale, la missione europea è guidata da Airbus Defence & Space come contraente principale dell’Agenzia Spaziale Europea. Thales Alenia Space nel suo ruolo centrale ha coordinato il lavoro di 35 diverse società europee, sviluppando i sistemi di telecomunicazione, controllo termico e distribuzione dell’energia elettrica, insieme all’integrazione e al testing del Mercury Planetary Orbiter (MPO), del Mercury Transfer Module (MTM) e del satellite completo sino alla conclusione della campagna di lancio.
Thales Alenia Space ha inoltre fornito il Transponder per lo Spazio Profondo (DST) in banda X e Ka, il computer di bordo, la memoria di massa e l’antenna ad alto guadagno, una parabolica orientabile di 1,1 metri da utilizzare per le comunicazioni satellite-terra, oltre che per l’esperimento di radio scienza della missione. Questa antenna a doppia banda deriva dall’antenna sviluppata per la missione Cassini-Huygens, un grande successo nell’avvicinarci a comprendere i misteri di Saturno.
I diversi team di Thales Alenia Space impegnati nella missione hanno anche fatto squadra con l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Università la Sapienza di Roma nello sviluppo di due payload scientifici: l’accelerometro ultra-sensibile ISA e l’esperimento di radioscienza MORE. Entrambi verranno utilizzati per lo studio del pianeta, così come per la conduzione di ulteriori test inerenti alla teoria della relatività di Einstein. Il Centro Europeo delle Operazioni Spaziali (ESOC) ha confermato che gli strumenti sono in ottime condizioni e pronti all’azione.