La cascata di San Rafael in Ecuador, la più alta del Paese sudamericano e una nota attrazione turistica, si è prosciugata in seguito all'apertura di una voragine sotto il letto del fiume che la alimentava. La cascata si trova nel Cayambe Coca Park, al confine con la Colombia, ed è alta più di 150 metri, più o meno come quella delle Marmore in Italia. "Le cascate erano un'attrazione per decine di migliaia di visitatori ogni anno, un simbolo dell'ecoturismo in Ecuador", afferma Emilio Cobo, responsabile del South America Water Program con l'International Union for the Conservation of Nature.
Il governo ha limitato l'accesso al sito per permettere a una squadra di indagare sulle possibili cause che avrebbero provocato la voragine, stando al rapporto di Mongabay. "I ranger avevano notato un possibile indebolimento del percorso del fiume prima della cascata che avrebbe potuto provocare un nuovo corso per l'acqua", dichiara il ministro dell'ambiente dell'Ecuador. Stando ai dati dell'Osservatorio della Terra della Nasa, la cascata ha smesso di scorrere lo scorso 2 febbraio.
"Una delle possibili cause potrebbe essere la costruzione di una centrale idroelettrica a meno di 20 km di distanza dalle cascate. Esistono prove sufficienti che una diga artificiale possa provocare conseguenze del genere", commenta Cobo, facendo riferimento all'impianto cinese della SinoHydro, inaugurato nel 2016, che non si trova direttamente sul fiume, ma raccoglie circa il 90 per cento dei sedimenti prima che questi possano raggiungere le acque.
"Senza l'afflusso costante di sedimenti, gli strati presenti vengono rimossi lentamente, lasciando il letto del fiume sensibile all'erosione", commenta il geologo Alfredo Carrasco, ex segretario del capitale naturale presso il Ministero dell'ambiente dell'Ecuador. "Questa però è anche zona sismica, e i terremoti potrebbero aver contribuito a provocare tale fenomeno. Anzi, a mio parere ciò che è successo è una conseguenza diretta di eventi naturali", spiega l'esperto. "Nel 1987 si è verificato un terremoto piuttosto potente, che ha causato ingenti danni al gasdotto trans-ecuadoriano che attraversa la zona. I sedimenti a monte del fiume potrebbero essere stati bloccati da una diga naturale formatasi a seguito di questo terremoto", osserva Carrasco. Qualunque sia la causa, i ricercatori concordano sul fatto che la voragine influenzerà la conformazione della regione, dato che il fiume si è diviso in tre corsi d'acqua più piccoli, ognuno dei quali ha dato origine a delle modeste cascate lungo la cresta della giungla, le quali potrebbero provocare frane e pericoli per pesci e invertebrati che abitano le acque del fiume. "Anche se non tutti sono d'accordo, i fiumi sono degli ecosistemi, delle realtà che risentono degli impatti ambientali", dichiara Cobo, aggiungendo che il governo ecuadoregno non ha in programma la ricostruzione del letto del fiume. "La cascata ormai fa parte del passato", conclude l'Osservatorio della Terra della Nasa.