I futuri coloni di Marte e della Luna potranno probabilmente godere di verdure fresche a chilometro zero. Infatti, un gruppo di ricercatori della Wageningen University & Research, nei Paesi Bassi, è riuscito a produrre con successo colture coltivate su terreni che simulano il suolo marziano e lunare.
In uno studio pubblicato sulla rivista Open Agricolture, gli scienziati sono riusciti a ottenere su 10 specie di piante coltivate in serra con simulanti di regolite, cioè analoghi preparati per riprodurre le caratteristiche del terreno di Marte e della Luna, ben 9 prodotti: crescione, rucola, pomodori, ravanelli, segale, quinoa, erba cipollina, piselli e porri. Hanno fallito, invece, con gli spinaci.
Sul terreno marziano si ha avuto più successo che su quello lunare. Tuttavia, si tratta di un esperimento che ha dei limiti. A parte il terreno, infatti, le condizioni di luce, gravità e atmosfera erano quelle terrestri: temperatura media di 21 gradi, umidità del 65 per cento e luce perlopiù naturale.
Questo non toglie che le ipotesi di coltivare cibo fresco su Marte e Luna sia solo fantascientifica. "Quando abbiamo visto i primi pomodori mai coltivati su un simulante del suolo di Marte diventare rossi ci siamo emozionati", riferisce Wieger Wamelink, autore principale dello studio. "Voleva dire che era stato compiuto un passo avanti verso la creazione di un ecosistema agricolo chiuso sostenibile".