Sono anni che gli scienziati si interrogano sulle origini dell'orgasmo femminile. O meglio sulle motivazioni biologiche che spingono le donne a raggiunge l'apice del piacere. Ora uno studio condotto dall'Università di Vienna suggerisce una nuova ipotesi e cioè che l'orgasmo femminile sia evoluto nei primi esseri umani per indurre l'ovulazione durante un rapporto sessuale.
Secondo questa tesi, descritta sulla rivista Pnas, gli orgasmi erano una volta di vitale importanza per innescare l'ovulazione, cioè quando la femmina rilascia un ovulo, durante l'atto sessuale. In molti animali, come i conigli, i furetti, i gatti e i cammelli, funziona ancora così, poiché l'ovulazione avviene durante il sesso.
Tuttavia, questo non accade negli esseri umani o nelle grandi scimmie che, invece, ovulano una volta sola in un ciclo regolare, che è di circa 28 giorni nell'uomo, ogni 29 giorni negli oranghi e fino a ogni 37 giorni negli scimpanzè. Ma gli scienziati suggeriscono che un tempo, durante una prima fase dell'evoluzione, l'ovulazione nell'uomo veniva innescata da un orgasmo femminile durante il sesso.
"L'esistenza dell'orgasmo femminile e' intrigante per due motivi: da un lato, l'orgasmo femminile non e' necessario per il successo riproduttivo femminile e, dall'altro, questo riflesso neuroendocrino è troppo complesso per essere un incidente evolutivo", spiegano i ricercatori. Con "neuroendocrino" gli studiosi si riferiscono a una combinazione di stimolazione dei nervi e produzione di ormoni.
Per testare la loro teoria i ricercatori hanno trattato i conigli femmina, che ovulano durante il sesso, con fluoxetina, un farmaco noto per inibire l'orgasmo. Hanno così scoperto che, dopo il trattamento, i conigli avevano il 30 per cento in meno di probabilità di ovulare rispetto ai conigli non trattati. Mentre non è noto l'esatto meccanismo che innesca l'ovulazione nei conigli, i ricercatori suggeriscono che poiché quando si ferma l'orgasmo si riduce anche l'ovulazione, l'orgasmo potrebbe quindi avere un ruolo nel rilascio degli ovuli. In conclusioni, gli autori dello studio ritengono che l'orgasmo induceva l'ovulazione e che questo sia "un meccanismo che esiste ancora in molti animali ma che ha perso il suo ruolo in altri".
Per gli studiosi lo studio fornisce appunto evidenze sperimentali che vanno in questa direzione. "Questa scoperta aiuta a interpretare aspetti della sessualita' femminile altrimenti difficili da spiegare, come il basso tasso di orgasmo femminile durante il rapporto sessuale", dicono i ricercatori. Studi precedenti hanno suggerito che i cambiamenti evolutivi hanno anche reso piu' difficile per le donne raggiungere l'orgasmo.
Il clitoride, che per la maggior parte delle donne è quello che ha bisogno di essere stimolato per raggiungere l'orgasmo, si è spostato nel tempo in una posizione meno centrale, quindi non riceve più la stimolazione diretta durante la penetrazione.