AGI - L’esposizione all’inquinamento atmosferico e acustico nei primi anni di vita è stata associata a tre comuni problemi di salute mentale, quali esperienze psicotiche, depressione e ansia, dall’adolescenza alla giovane età adulta. Lo rivela un nuovo studio pubblicato su JAMA Network Open. L’inquinamento acustico e atmosferico porta, dunque, al rilascio di ormoni dello stress, all’aumento della frequenza cardiaca, della pressione sanguigna e della vasocostrizione, che possono anche portare a patologie croniche come quelle cardiovascolare, oltre che a depressione e disturbi d’ansia.
La relazione evidenzia che il rumore ambientale, e in particolare quello da traffico stradale, rimane un grave problema per la salute e il benessere di milioni di persone in Europa. Il 20% della popolazione europea è esposto a lungo termine a livelli di rumore nocivi per la salute. Vale a dire più di 100 milioni di persone in Europa. I dati suggeriscono inoltre che gli obiettivi politici in materia di inquinamento acustico non sono stati raggiunti. In effetti, sulla base delle nostre proiezioni, è improbabile che in futuro il numero di persone esposte a rumore diminuisca in misura sostanziale, a causa dell’aumento dell’urbanizzazione a e della domanda di mobilità.
Secondo l’AEA, l’esposizione a lungo termine al rumore può provocare una serie di effetti nocivi per la salute, tra cui irritabilità, disturbi del sonno, effetti nocivi a carico del sistema cardiovascolare e metabolico nonché compromissione delle facoltà cognitive nei bambini. Guardando ai dati attuali, l’AEA stima che il rumore ambientale contribuisca a causare 48 000 nuovi casi di cardiopatie ischemiche l’anno, oltre a 12 000 decessi prematuri. Secondo le stime, 22 milioni di persone soffrirebbero di elevata irritabilità cronica e 6,5 milioni di gravi disturbi cronici del sonno; inoltre, il rumore degli aerei causerebbe una compromissione della capacità di lettura in 12 500 bambini in età scolare.
Secondo le stime, sono molto più numerosi i decessi prematuri dovuti all’inquinamento atmosferico che al rumore. Tuttavia, l’inquinamento acustico sembra avere un impatto maggiore sugli indicatori relativi alla qualità della vita e al benessere psichico. In effetti, secondo determinate conclusioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, OMS, il rumore è la seconda causa ambientale di problemi di salute, subito dopo l’inquinamento atmosferico da particolato. Per tali ragioni, i ricercatori ritengono siano necessari interventi per ridurre l’esposizione all’inquinamento atmosferico e acustico, così da migliorare la salute mentale della popolazione.
In alcuni paesi vi è ancora un’elevata percentuale di dati mancanti in termini di mappe acustiche e piani d’azione, il che non rende possibile valutare e affrontare adeguatamente i problemi causati dal rumore. Nell’Unione Europea i paesi, le regioni e le città stanno adottando una serie di misure per affrontare le problematiche legate al rumore, per esempio prediligendo asfalto a bassa rumorosità per le strade, montando pneumatici silenziosi sui mezzi pubblici, creando più infrastrutture per le auto elettriche nelle città e promuovendo una mobilità attiva come gli spostamenti a piedi o in bicicletta, la pedonalizzazione delle strade.
Un numero notevole di città e regioni ha creato anche le cosiddette zone silenziose, dove le persone possono rifugiarsi dal rumore cittadino. Si tratta per lo più di spazi verdi, come parchi o riserve naturali. Molte di queste misure si sono dimostrate utili anche per ridurre l’inquinamento atmosferico. “Sono necessarie ulteriori analisi per fare ulteriore luce sulle cause sottostanti a queste associazioni”, hanno dichiarato gli autori.