Per rilevare il cancro ovarico adesso c'è un innovativo test delle urine
Nuovo approccio diagnostico per rilevare neoplasie nelle ovaie: gli scienziati hanno sfruttato la tecnologia dei nanopori per identificare peptidi specifici
AGI - Un innovativo test delle urine potrebbe rappresentare un metodo semplice, economico e non invasivo per identificare la presenza di cancro ovarico in fase iniziale. A svilupparlo uno studio, presentato al 68° incontro della Biophysical Society, e condotto dagli scienziati della Virginia Commonwealth University. Il team, guidato da Joseph Reiner, ha sviluppato un approccio diagnostico per rilevare neoplasie nelle ovaie. Ricerche precedenti, spiegano gli autori, avevano dimostrato che le urine delle persone affette da tumore alle ovaie sono ricche di peptidi, molecole non semplici da individuare con metodi convenzionali. Per superare le difficoltà attuali, gli scienziati hanno sviluppato un test basato sui nanopori. L’idea di fondo dell’esame prevede il passaggio delle molecole attraverso un minuscolo poro e la misurazione dei cambiamenti nella corrente elettrica mentre il campione di urina attraversa i nanopori. Gli studiosi hanno impiegato nanoparticelle d’oro, alle quali i peptidi, se presenti nell’urina, possono legarsi e dar forma a una firma unica. “Il nostro metodo – commenta Reiner – permette di identificare simultaneamente più peptidi. Nelle prove cliniche ne abbiamo riconosciuti 13, compresi quelli associati a LRG-1, un biomarcatore trovato nei pazienti con cancro ovarico”. Nella maggior parte dei casi, quando i tumori vengono rilevati nelle fasi iniziali, sottolineano gli esperti, il tasso di sopravvivenza a cinque anni dei pazienti migliora del 50-75 per cento. “Abbiamo imparato a distinguere tra le varie firme dei vari peptidi – conclude Reiner – e ora sappiamo potrebbero essere utilizzate per il nostro schema di rilevamento. Il nostro obiettivo finale è quello di sviluppare un test che, in combinazione con altre informazioni, possa facilitare l’individuazione del cancro ovarico in stadio iniziale”.