AGI - La stimolazione profonda di circuiti chiave nel talamo potrebbe migliorare le funzioni cognitive in persone colpite da gravi lesioni cerebrali. A suggerirlo, un recente studio pubblicato su Nature Medicine. Questa tecnica, basata su dati di uno studio clinico condotto su un piccolo gruppo di pazienti, sembra essere non solo fattibile ma anche sicura.
Il trauma cranico può causare problemi fisici, cognitivi, emotivi e comportamentali duraturi, spesso risultando in disfunzioni cognitive persistenti che impediscono alle persone di tornare ai loro livelli di funzionamento precedenti. Attualmente, non esistono terapie efficaci per alleviare gli effetti debilitanti delle lesioni sulle funzioni cognitive, come l'attenzione, le funzioni esecutive, la memoria di lavoro o la velocità di elaborazione delle informazioni.
Ricerche precedenti indicano che la riduzione dell'attività in circuiti cerebrali chiave nel talamo potrebbe essere associata a una perdita di funzione cognitiva. In uno studio condotto da Nicholas Schiff della Weill Cornell Medicine di New York negli Stati Uniti, sono stati valutati gli effetti della stimolazione profonda del cervello come possibile trattamento per ripristinare le funzioni cognitive in pazienti con disabilità cognitive croniche causate da traumi cranici.
Nel piccolo gruppo di partecipanti, composti da sei adulti con una storia di traumi cranici moderati o gravi, è stata eseguita un'implantazione chirurgica di elettrodi in specifiche aree del talamo, utilizzando moderne tecniche di neuroimaging per individuare i circuiti neuronali con attivazione compromessa.
Nei cinque partecipanti rimasti nello studio, la stimolazione profonda applicata a questi circuiti nel talamo non ha causato reazioni avverse gravi ed ha portato a un miglioramento delle velocità di elaborazione, misurate con test cognitivi specifici che valutano l'attenzione, la velocità e flessibilità mentale, l'organizzazione spaziale, l'iter visivo, il richiamo e il riconoscimento, rispetto ai valori di base, prima dell'intervento chirurgico.
Gli autori suggeriscono che i risultati offrono prove preliminari che la stimolazione profonda del cervello potrebbe migliorare le funzioni cognitive in persone con disabilità cognitive croniche. Tuttavia, sottolineano che ulteriori studi in trial clinici più ampi sono necessari per convalidare l'efficacia di questo trattamento.