AGI - Le persone anziane che tendono a stringere la mano in modo meno deciso e forte potrebbero essere associate a una probabilità più elevata di sperimentare una morte prematura. Questo, almeno, è quanto emerge da uno studio, pubblicato sul Journal of Cachexia, Sarcopenia and Muscle, condotto dagli scienziati dell'Università del Michigan.
Il team, guidato da Mark D. Peterson, ha considerato i dati di 1.300 uomini e donne di circa 70 anni, che sono stati monitorati per dieci anni. Ogni partecipante ha utilizzato uno strumento di presa per testare la propria capacità di stretta di mano. Grazie all'analisi dei campioni di sangue prelevati dalla stessa coorte, i ricercatori hanno inoltre raccolto informazioni sulla metilazione del DNA, un processo che può influenzare il modo in cui le molecole agiscono nel corpo.
Stando a quanto emerge dall'indagine, le persone anziane con una forza delle mani ridotta sono associate a un DNA biologicamente più vecchio. "Ricerche precedenti - sottolineano gli autori - hanno evidenziato come la stretta di mano e le abilità di presa possano essere considerate un fattore di rischio per gli esiti legati all'invecchiamento, ma la vera natura tra i due elementi finora non era chiaro".
Gli scienziati hanno quindi scoperto una forte correlazione tra la forza di presa e l'età biologica di un individuo. "Non siamo ancora sicuri delle motivazioni per cui la metilazione può essere collegata alla mortalità precoce - conclude Peterson - saranno necessari ulteriori approfondimenti per comprendere l'associazione tra la forza di presa, le malattie croniche, la disabilità e la mortalità precoce".