AGI - Le frequenti notti estive più afose provocate dai cambiamenti climatici possono ridurre la qualità del sonno e incidere negativamente sulla salute pubblica.
Lo rivela uno studio, pubblicato sulla rivista Sleep and Biological Rhythms, condotto dagli scienziati dell’Università di Tokyo.
I ricercatori, guidati da Tomohiko Ihara, hanno reclutato oltre 1.200 residenti della città di Nagoya, nel Giappone centrale, che hanno risposto a un questionario sulla qualità del sonno durante le estati del 2011 e 2012.
Gli esperti hanno valutato sette parametri, come la percezione della qualità del sonno, l’uso di farmaci e la velocità con cui ci si addormentava. Stando a quanto emerge dall’indagine, i disturbi del sonno erano più frequenti quando la temperatura diurna superava i 24,8 gradi Celsius.
Questi risultati, commentano gli esperti, evidenziano l’importanza di gestire l’aumento delle temperature durante il giorno in modo da favorire il sonno regolare della popolazione. “Abbiamo stimato che le temperature medie potevano influenzare negativamente il sonno – riporta Ihara – nei prossimi step sarà opportuno approfondire questi risultati e capire in che modo l’uso di condizionatori poteva alterare i dati. Per il futuro, potrebbe essere necessario promuovere misure adeguate per ridurre le temperature estrema.