AGI - Parole rilassanti e musica ascoltate durante un intervento chirurgico con anestesia totale possono rendere meno doloroso il periodo successivo al risveglio. È quanto emerge da uno studio pubblicato sul British Medical Journal, condotto dagli esperti dell'Imperial College Healthcare, National Health Service (NHS) di Londra, che hanno valutato gli effetti della musica e di frasi incoraggianti durante il sonno indotto dall’anestesia.
“Nei pazienti che avevano ascoltato musica o suoni incoraggianti – riporta William Harrop-Griffiths dell'Imperial College Healthcare – la percezione del dolore al risveglio era del 25 per cento meno elevata rispetto alle operazioni tradizionali”. Il team ha sottoposto 385 pazienti, di età compresa tra 18 e 70 anni, all’ascolto di musica rilassante o frasi di incoraggiamento, come ‘Ora sei al sicuro’, durante sessioni di interventi che richiedevano anestesia generale. Si trattava di interventi di routine, della durata da una a tre ore, eseguiti in cinque ospedali in tutta la Germania.
“Nei partecipanti è stato anche osservato un calo del 17 per cento nel bisogno di antidolorifici oppioidi nelle 24 ore successive all’operazione – afferma l’esperto – questo fenomeno potrebbe dipendere dal fatto che durante l’anestesia si è in realtà in uno stato di ‘coscienza connessa’, per cui i percorsi del cervello continuano a funzionare e il corpo ascolta ed elabora informazioni”. Gli scienziati spiegano che l’anestesia generale costituisce circa l’80 per cento dei 3,5 milioni di anestetici somministrati dal Servizio sanitario nazionale inglese ogni anno, e il dolore può persistere su circa una persona su dieci. “Questo nuovo approccio potrebbe ridurre il numero di pazienti che necessitano farmaci oppioidi – sostiene l’autore – e si tratta di un metodo sicuro, economico, di facile somministrazione e con il potenziale per un uso più generale”.
I farmaci oppioidi sono comunemente usati per trattare il dolore acuto dopo l'intervento chirurgico, aggiunge il ricercatore, ma possono avere effetti collaterali significativi, tra cui difficoltà respiratorie, stitichezza e prurito, e, in alcuni casi, dipendenza. “Non si tratta di una cura radicale per il problema degli oppioidi – commenta lo studioso – ma potrebbe portare a una leggera diminuzione del numero di persone che assumono oppioidi. Saranno necessari ulteriori approfondimenti prima di introdurre l’approccio, ma i risultati preliminari sono sicuramente interessanti”.
“Sappiamo che la musica può avere un profondo effetto sulle emozioni e sullo stato mentale – commenta Abigael San, uno psicologo clinico con sede nel nord-ovest di Londra – il piacere derivato dall’ascolto di suoni rilassanti innesca il rilascio di sostanze chimiche, chiamate endorfine, che possono aiutare ad alleviare il dolore, lo stress e l'ansia”. Stando ai risultati del team, infatti, nelle 24 ore successive all’intervento, il dolore percepito era del 25 per cento più elevato nel gruppo di controllo, e solo il 63 per cento di coloro che avevano ascoltato le registrazioni musicali aveva bisogno di oppioidi, a differenza dell’80 per cento rilevato nel gruppo di controllo.
“Questi risultati – conclude Daniel McIsaac, anestesista presso l'Università di Ottawa, in Canada – suggeriscono che la mente subconscia potrebbe essere un obiettivo importante per migliorare l'esperienza del paziente e gli esiti dell’intervento. Medici, chirurghi e infermieri dovrebbero pertanto prestare attenzione alle conversazioni e ai rumori di fondo durante le operazioni”.