"Le microplastiche nell'acqua potabile non sono pericolose per l'apparato digerente, in quanto l'organismo umano è predisposto per espellerle, ma potrebbero rivelarsi nocive per il sistema respiratorio e il sangue. Su questo argomento, però, esistono pochissimi studi, e bene ha fatto l'Oms a sollecitare una valutazione più approfondita". Lo dice all'Agi Stefano Aliani, ricercatore del Cnr Ismar di Lerici ed esperto di microplastiche disperse negli ambienti marini.
"La plastica è uno dei nove elementi inquinanti in grado di destabilizzare il pianeta e non renderlo più abitabile - spiega Aliani - gli altri otto sono il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, i cicli di azoto e fosforo, l'acidificazione degli oceani, lo sfruttamento eccessivo del territorio, la crisi dell'acqua potabile, il buco dell'ozono ("parzialmente combattuto, ma sempre rischioso"), gli aerosol (pm10), l'inquinamento chimico".
I dati sul consumo di plastica sono allarmanti: "Attualmente - afferma il ricercatore del Cnr Ismar - produciamo ogni anno 400 milioni di tonnellate di plastica e se non prenderemo provvedimenti la produzione quadruplicherà nei prossimi 20 anni. Uno scenario inimmaginabile. Per scongiurare lo scempio totale dell'ambiente dobbiamo ridurre l'uso plastica, migliorare smaltimento e ridurre anche tutti gli altri agenti inquinanti".
A breve partirà un progetto del Miur che si propone di valutare il ruolo e la funzione delle microplastiche in mare. "Senza dubbio danneggiano l'ecosistema - sottolinea Aliani - il quale produce 'servizi' per gli esseri umani, primo tra tutti l'ossigeno che respiriamo. Poi danneggiano gli animali: le tartarughe vengono letteralmente soffocate dalla plastica, i pesci la ingoiano, il loro stomaco si riempie e mangiano di meno, per cui non crescono come dovrebbero".
Un esempio? Il ricercatore cita il caso dei delfini morti al largo delle coste della Toscana, "uccisi dal morbillo ma anche denutriti perché nel loro stomaco è stata trovata plastica". Per quanto riguarda l'uomo, l'esperto del Cnr ribadisce che le microplastiche nell'acqua potabile possono diventare dannose se sono passate attraverso ambienti contaminati. "In tal caso funzionano come spugne - spiega - poiché assorbono gli inquinanti organici persistenti, i cosiddetti Pop, (cioé sostanze chimiche che resistono a lungo nell'ambiente, si accumulano nella catena alimentare e provocano effetti negativi sulla salute, ndr), i ritardanti di fiamma, (molto tossici per il sistema nervoso, ndr) e gli pseudo ormoni, sostanze che mimando i nostri ormoni provocano nell'uomo uno squilibrio ormonale. Il problema degli ormoni in ambiente è davvero poco noto ma è rilevante - prosegue Aliani - basti pensare, ed è accertato, che l'urina delle signore che usano le pillole anticoncezionali si disperde in mare attraverso le fognature e ha un effetto sterilizzante sui pesci".
Al momento, conclude il ricercatore, "si riscontrano relazioni tra la presenza di plastica nell'organismo e possibili patologie umane a carico dell'apparato respiratorio e del sangue, ma per ora sono segnalazioni, ipotesi di lavoro, perciò abbiamo bisogno di maggiori investimenti per studiare questi argomenti".