Oggi è la 25esima giornata mondiale dell’asma. L’iniziativa è promossa dalla Global Initiative for Asthma (Gina), un’organizzazione internazionale che riunisce le associazioni impegnate a sensibilizzare i cittadini, migliorare l’assistenza ai malati e offrire supporto a familiari, amici e operatori sanitari su una patologia ancora troppo sottovalutata con pesanti conseguenze in termini di mortalità e di costi.
Solo in Italia si contano circa 3 milioni di asmatici, mentre in Europa sono oltre 30 milioni. E se per l’Oms nel mondo sono tra i 100 e il 150 milioni a soffrire di questa patologia, per Gini sono addirittura 300 milioni.
Di certo c’è che il numero è in costante aumento. Ma cos’è? Da cosa è provocata e come si cura?
Cos’è l’asma
L’asma è malattia complessa che si manifesta attraverso una infiammazione cronica delle vie aeree.
“L’infiammazione - si legge sul sito dell'Istituto superiore di sanità, Epicentro, - genera un aumento della responsività bronchiale che, a sua volta, causa episodi ricorrenti (i cosiddetti ‘attacchi d’asma’) di crisi respiratorie, respiro sibilante, senso di costrizione toracica e tosse.
Durante gli attacchi, che possono essere improvvisi o graduali, peggiorano i sintomi e la funzionalità respiratoria.
Se non trattati in modo adeguato, gli attacchi possono essere anche molto gravi e addirittura fatali.
180 mila morti all’anno
Le morti associate alla malattia, sempre secondo i dati dell’Oms, sono circa 180 mila ogni anno.
L’Istat fa sapere che in Italia, i decessi collegati sono due ogni 3 giorni (circa 500 morti all’anno).
Nel 50% degli adulti e nell’80% dei bambini malati di asma, prevale la forma allergica, mediata dalla risposta dovuta alle IgE.
Sempre in Italia, si stima che ogni anno circa nove milioni di persone si ammalano di allergie respiratorie derivanti dalla presenza di pollini nell’aria e quattro milioni di essi ricorrono a cure.
Ad oggi il 15-20 percento della popolazione italiana soffre di allergie, soprattutto tra i giovani.
L’Italian study on asthma in young adults (Isaya), un’indagine multicentrica condotta tra il 1998 e il 2000 su nove città italiane su 3.000 persone tra i 20 e i 44 anni, ha permesso di evidenziare una notevole differenza delle manifestazioni asmatiche sul territorio nazionale.
La malattia è più presente nelle zone mediterranee che in quelle continentali e la sua prevalenza cresce all’aumentare della temperatura media e al diminuire dell’escursione termica.
Una patologia in aumento
A preoccupare gli esperti è il rapido incremento di persone che contraggono l’asma: nell’Europa occidentale sarebbe raddoppiato in numero di persone asmatiche.
Negli Stati Uniti, secondo l’Oms, il numero di asmatici è aumentato del 60% dall’inizio degli anni ’80 mentre sono raddoppiati i morti, che ora sono 5mila all’anno (il tasso di mortalità era del 8,2 per 100mila persone nel 1975-79, salito al 17,9 per 100mila nel 1993-95).
Il National institute of health (Nih) americano stima che a fine anni ’90, ci fossero 17 milioni di asmatici negli Usa, pari al 6,4% della popolazione, con 4.8 milioni di bambini ammalati.
Ma perché accade? Esistono diverse interpretazioni sul perché di questo incremento.
Secondo l’Oms, l’aumento dei casi di asma è del 50% ogni decennio, e sembra quasi sicuramente essere correlato ai fenomeni di urbanizzazione, soprattutto quando questo significa un aumento di densità di persone nelle periferie degradate.
C’è quindi una crescente tendenza a vivere gran parte del tempo in ambienti chiusi con poca circolazione di aria, più esposti alla polvere e agli acari e inseriti in situazioni urbane dall’elevato tasso di inquinamento.
Secondo i Cdc, sono soprattutto le popolazioni a basso reddito e le etnie che vivono in condizioni più disagiate a sperimentare una maggiore prevalenza e mortalità dovuta all’asma, probabilmente anche per il ritardato o limitato accesso al trattamento.
Un’altra possibile spiegazione è che d’altra parte il livello di igiene cui si sono abituate le ricche società del nord del mondo, abbia in qualche modo influito sulla capacità del sistema immunitario inducendo una maggiore risposta allergica.
Sull’incremento dell’incidenza dell’asma sembrano però pesare anche altri elementi, come l’aumento dell’obesità e il ridotto esercizio fisico.
Come si cura
L’asma, ricorda l’ISS, è una malattia cronica per la quale non esiste oggi alcun trattamento risolutivo.
È possibile, però, controllarne il decorso, riducendo gli attacchi d’asma e le loro conseguenze, come i sibili e la tosse, e le difficoltà respiratorie.
La cura è soggettiva: i farmaci possono essere somministrati in forme diverse, dallo spray alle pillole, ma la corretta terapia è necessariamente individuale e quindi un piano di controllo dell’asma va messo a punto a seconda del tipo e della ricorrenza degli attacchi nei diversi pazienti.
Si può fare sport?
Secondo FederAsma, la federazione italiana dei pazienti, “anche con l’asma è possibile fare una vita normale e un’attività fisica a livello agonistico, ne sono testimoni i campioni dello sport che pur convivendo con l’asma, hanno ottenuto grandi risultati nel nuoto, nello sci, nell’atletica. L’unica condizione è affrontare in modo serio questa patologia, che a volte si tende a sottovalutare”.
Per questi motivi è importante “portare informazioni sulle terapie possibili – continua la onlus sul sito Pagine Mediche– che oggi sono sempre più personalizzate, sugli stili di vita salutari, sui fattori di rischio come il fumo, l’inquinamento, gli allergeni ambientali indoor”.